Il figlio di Hunt racconta Lauda: “Lui e papà erano simili, mi confessò di volergli bene”
Niki Lauda e James Hunt hanno scritto pagine di storia indimenticabili in Formula 1: la loro rivalità è stata una tra le più accese nella storia del Circus ma anche una delle più emozionanti tanto da ispirare anche un film sulle gesta che i due piloti hanno messo in mostra sulle pite di tutto il mondo.
Il figlio di Hunt sulla rivalità con Lauda: "Per certi versi erano simili"
Correva l'anno 1976 quando i si sfidavano ruota a ruota quando l'incidente del Nurburgring fece pendere l'ago della bilancia dalla parte dell'inglese: due caratteri diametralmente opposti, due modi differenti di approcciarsi alla pista con l'austriaco più freddo e calcolatore e il britannico tutto cuore e grinta, senza però disdegnare la bella vita fuori dai circuiti. A ripercorrere quel duello storico, appena dopo la scomparsa dell'ex Ferrari, ci ha pensato il figlio di Hunt, Freddie, che ha raccontato la rivalità tra i due campioni.
Papà è morto nel 1993, io ero molto giovane. Di quel duello incredibile tra loro nel 1976 ho ricordi costruiti molto più tardi, quando ho iniziato a correre, con i video e i libri. Niki l'ho incrociato di sicuro da piccolo, con mio padre, ma lì non capivo chi fosse. Poi, da adulto, l'ho ritrovato nel 2009 a Hockenheim, prima di una mia gara. È stato un momento davvero emozionante. La prima cosa che mi ha detto, nel darmi la mano, è stata: ‘A tuo padre volevo bene' – ha raccontato in una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport -. Credo che da un certo punto di vista fossero molto simili. È difficile da spiegare, da fuori sembravano due personalità opposte, ma avevano più cose in comune di quanto si pensasse. Mio padre è stato fatto passare per un pilota spericolato e un po' menefreghista ma non lo era: era attento e curava i dettagli, proprio come Niki, che era famoso per quello.
Una vita, quella di Freddie Hunt, scandita dalla rivalità vissuta dal padre con l'austriaco, con la quale ha dovuto spesso fare i conti incrociando il proprio destino con il figlio di Lauda quando i due furono compagni di squadra nella serie europea Nascar: "Cercavamo il rispetto per ciò che eravamo come piloti, ma capivamo anche che venivamo da lì e l'abbiamo accettato alla svelta, ci siamo abituati. Ogni tanto veniva a seguirci e quando parlava delle nostre prestazioni era sempre diretto, una critica costruttiva delle sue, ma molto incoraggiante. Quelle conversazioni mi mancano" ha rivelato. Un rapporto cresciuto con il tempo quello tra il figlio del suo storico rivale e il campione austriaco, l'ennesima dimostrazione della grandezza di Niki Lauda non solo come pilota, ma anche come uomo.