Con gli ecoincentivi rottamazioni penalizzate
Un paio di giorni fa il Ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, aveva confessato ai cronisti più di quanto probabilmente intendesse fare. Con gli ecoincentivi si deve procedere con prudenza, dal momento che sono troppe le voci degli interessati, troppe le pressioni. Tuttavia il ministro aveva sostanzialmente confermato l'importo del 2009: "Stiamo studiando misure e risorse possibili e disponibili. L'obiettivo è spalmare gli incentivi su di una gamma di prodotti più larga per incentivare i consumi ma su settori collegati al risparmio energetico e alla difesa dell'ambiente", ha detto il ministro, spiegando che gli incentivi saranno quindi "ridotti sia nel tempo che nella quantità".
Pressato ulteriormente dai giornalisti, Scajola aveva ammesso che, sì, per l'auto "lavoriamo a una cifra vicina a quella dello scorso anno". Il che vuol dire che gli ecoincentivi per le auto si aggireranno sui 3-400 milioni di euro, su un totale di circa 1,2 miliardi di euro, da dividersi anche tra computer, mobili, elettrodomestici, moto ed altro ancora. Eppure, secondo il calcolo de Il Giornale "i contributi alle rottamazioni dovrebbero essere inferiori del 40/50%". Ovvero: sebbene l'importo complessivo di 3-400 milioni di euro sia uguale a quello dell'anno precedente, acquistare un auto concedendo in permuta quella usata darebbe luogo ad un contributo inferiore rispetto a quello del 2009. Il tutto per concederne, verosimilmente, uno maggiore a chi diventa proprietario di un'auto nuova senza rottamazione.
Un tale provvedimento, oltre a favorire l'aumento del parco auto circolante (e del gettito derivante dalla tassazione), ridurrebbe l'incentivo alla rottamazione fino ad un importo intorno ai 700/800 euro. Minore, come dicono gli analisti, alla soglia spicologica dei 1.000 euro, al di sotto della quale il consumatore non percepisce una reale convenienza nell'acquisto.