Il GP del Brasile. Ieri, oggi, domani
Ieri – Sono trascorsi nove anni dalla vittoria di Makoto Tamada in quella che fu l’ultima tappa carioca del Motomondiale. Erano gli anni di Biaggi, di Capirossi, di Gibernau, di Rossi. Ma in quell’occasione Valentino, al suo primo anno in Yamaha, non riuscì a portare a casa la settima vittoria consecutiva su quel tracciato, beffato da una caduta in gara. E anche se non succedeva dal Mugello 2001 che Rossi cadesse, Valentino in Brasile aveva vinto già vinto tanto, tantissimo, tanto da essere il pilota più vincente di sempre. I sei primi posti consecutivi dal 1997 al 2003 non sono altro che un pezzettino di una storia fatta di quattro classi differenti, di 286 GP disputati, di 106 GP vinti, di nove titoli mondiali. Come quello del 2002, conquistato proprio in Brasile, decimo successo in dodici gare, primo titolo mondiale della nuova classe MotoGP. Come quello del 1999, secondo e ultimo anno di Rossi in 250, che il pilota pesarese in sella alla sua Aprilia conquistò a Rio con un doppio sorpasso su Ukawa e Capirossi, vincendo in solitaria il suo secondo titolo mondiale.
Oggi – Dai dolci ricordi del Rio Gran Prix all’incontro avvenuto sul circuito di Brasilia poche ore dopo il GP di Indianapolis tra gli ufficiali MotoGP e le autorità locali. I vertici del massimo Campionato Motociclistico annunciano che l’Autodromo Internazionale Nelson Piquet di Brasilia è stato identificato come tracciato del secondo appuntamento in America Latina. Oltre al GP d'Argentina, ufficializzato già da tempo, anche il GP del Brasile tornerebbe nel calendario del Motomondiale, round previsto nella seconda parte della stagione 2014. Alla base di questa decisione, una scelta strettamente commerciale: “Il Brasile è uno dei mercati motoristici più importanti del mondo” esordisce nella nota ufficiale Carmelo Ezpeleta, il Ceo di Dorna Sport che non nasconde l’interesse per le grandi sponsorizzazioni. Sponsorizzazioni anticipate dallo stesso Rossi che, fresco di contratto con la Casa dei Tre Diapason, lo scorso marzo aveva onorato con una visita lampo la Yamaha Brasile, quasi ad anticipare quello che sarebbe accaduto in questi giorni. “Ho ancora dei bei ricordi di quando ho corso qui” commentava il pilota pesarese. “I brasiliani sono davvero speciali e la loro passione e l’entusiasmo è contagioso! Sono anche riusciti a farmi ballare la samba in pubblico! […]. Non vedo l’ora di tornare, magari per una gara della MotoGP. I brasiliani meritano una gara, la loro passione per la MotoGP è senza pari!”.
Domani – Cosa ci aspetta? Un appuntamento che ci vedrà gioire a ritmo di samba? In realtà il GP del Brasile non è ancora stato ufficializzato. All’Autodromo Internazionale Nelson Piquet di Brasilia manca ancora l’omologazione della FIM, che dovrebbe arrivare al termine dei lavori di completa ricostruzione del tracciato il cui inizio è previsto a dicembre e che si concluderà tra aprile e maggio 2014. Ma c’è qualcosa in più. Se il Brasile dovesse aggiudicarsi, oltre al Mondiale di calcio e alle Olimpiadi 2016, anche questo evento sportivo, a farne le spese potrebbe essere il Mazda Raceway di Laguna Seca, contrattualmente il più debole dei tre GP disputati quest’anno in America. Era già noto, infatti, che la tripletta americana non si sarebbe ripetuta e, con la riconferma di Indianapolis, nonostante le condizioni dell’asfalto, e la certezza del modernissimo circuito di Austin, l’ingresso del GP del Brasile, unitamente al futuro GP d’Argentina, metterebbe a serio rischio il potenziale ritorno al cavatappi.