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Il Leone sedotto dal Dragone, Cina interessata a Peugeot-Citroen

Sul tavolo vi sarebbero già un milione e 200 mila euro per il 30% di PSA. Il gruppo, in difficoltà per la crisi del mercato europeo, potrebbe cedere alla tentazione. Contrari gli americani di GMA.
A cura di Redazione Motori
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Un'auto DongFeng al Salone dell'auto di Pechino del 2012.
Un'auto DongFeng al Salone dell'auto di Pechino del 2012.

L'acquisto di una casa automobilistica europea da parte di un'azienda cinese non è certo una novità. Volvo, dopo varie tribolazioni – soprattutto di impiegati ed operai -, venne acquistata dalla Geely che la prelevò dalla Ford, eMG, azienda specializzata in componentistica e motori della Rover, rientrò infine nella Shangai Motor Company. Del resto, le differenze congiunturale tra il gigante asiatico ed il Vecchio continente vengono evidenziate non solo dalle grandi operazioni finanziarie, ma anche e soprattutto dalle statistiche sulle vendite al dettaglio. E qui – anche qui – il segno positivo contraddistingue la Cina e quello negativo l'Europa.

E' per questo motivo che appaiono credibili le voci sull'acquisto di un pacchetto importante di azioni di PSA. L'acquirente, secondo quanto riportato da media locali e Automotive News, sarebbe DongFeng, società cinese che già collabora con i francesi per l'importazione e commercializzazione delle vetture d'Oltralpe. Sul piatto della bilancia vi sarebbero già un miliardo e 200 mila euro per il 30% dell'azionariato. Non male, perché il gruppo Peugeot-Citroen è da tempo in difficoltà e necessita di nuove risorse non tanto per rilanciarsi, ma sopravvivere a questa crisi continentale perennemente "quasi-finita". Ovvero infinita, sembra.

Poco più di un anno fa furono gli americani, a febbraio del 2012, ad acquistare il 7% delle azioni di Peugeot. I capitali di General Motors nel gruppo francese rappresentavano la prosecuzione di un accordo basato sulla condivisione di piattaforme e tecnologie. Contestualmente il nuovo ad di PSA, Philippe Varin, procedeva a tagli drastici della spesa (chiusura della fabbrica di Aulnay nella periferia di Parigi) e ad una generale riorganizzazione che è passata per sinergie anche transcontinentali (Cina compresa). L'effetto dei nuovi capitali e dei tagli, tuttavia, si è scontrato con la dura realtà di un mercato europeo asfittico, laddove PSA dipende molto dalle vendite in madrepatria, in Spagna e in Italia. Insomma, non esattamente le economie più in salute dell'Ocse.

Gli americani, comunque, non vogliono i cinesi. PSA è del 7% di General Motors, mentre per il 25,5% circa è della famiglia Peugeot, che tuttavia controlla oltre il 30% dei voti. Il 30% eventuale di DongFeng sarebbe direttamente concorrenziale a quello dei francesi, mentre affosserebbe GMA al terzo posto.

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