Il Motor show di Bologna? Si potrebbe fare a Milano
L'annullamento del Motor show di Bologna non è andato giù a tutti gli appassionati di motori, né, tanto meno, a chi detieni i diritti sul nome della manifestazione, ovvero Fiere di Bologna. Una settimana fa era GL Events, società francese a cui Fiere di Bologna ha affidato la gestione dell'evento, che attraverso Facebook annunciava l'annullamento dell'edizione "per la totale assenza delle case automobilistiche". Da quel giorno Fiere di Bologna e GL Events si sono impegnate in un confronto serrato che troverà oggi pomeriggio occasione di un chiarimento nell'incontro previsto tra le dirigenze delle due aziende. Duccio Campagnoli, presidente di Bolognafiere, ha fatto sapere che nell'incontro "ascolteremo le loro proposte, i loro propositi partendo dalla necessità di avere un chiarimento su quanto è stato recepito dal mercato delle case automobilistiche, vista la registrazione che abbiamo visto sulla stampa di possibile altre iniziative cui le case automobilistiche avrebbero prestato attenzione. Poi ascolteremo le loro proposte, i loro propositi".
L'accordo tra Fiere di Bologna e GL Events prevede che la società francese, per la gestione dell'evento automobilistico, corrisponda all'ente emiliano 1,8 milioni ad edizione. Come aveva riferito Campagnoli a Il Resto del Carlino, i francesi devono a Bolognafiere ancora 1,5 milioni della precedente edizione e si tratta solo di una delle due argomentazioni forti a favore degli emiliani. A difendere l'ente fieristico, infatti, c'è sempre il contratto, che prevede una penale, in caso di risoluzione del'accordo, pari a 4,5 volte il minimo garantito.
Verso il Salone dell'auto di Milano? Il sorprendente annullamento del Motor show potrebbe nascondere l'intenzione di spostare altrove il polo fieristico italiano dell'auto: a Milano. Sempre a Il Resto del Carlino Campagnoli aveva osservato che "si può anche pensare che Gl cerchi una via d’uscita per andarsene a Milano". Tuttavia, ricorda ancora il presidente di Bolognafiere, la città Emiliana costa meno. Del resto, Olivier Ginon, presidente di GL Events, non rinuncia a suggerire un'idea che fa paura a Bolognafiere e rinforza la capacità contrattuale della sua azienda: "Vogliamo mantenere una manifestazione in Italia, non importa se a Bologna o a Milano", ma "vediamo nell’Expo 2015 il rilancio dell’Italia, ho incontrato personalmente il presidente della Fiera di Milano per definire la nostra proposta organizzativa".
Quello di Milano non è un bluff, ma è possibile che qualche argomento convincente per tenere la kermesse a Bologna ci sia ancora. Alla possibilità di ridurre i costi, riducendo ad esempio gli spazi, Campagnoli ha risposto seccamente che "a Bologna non facciamo fierette". Eppure l'osservazione di Ginon è un'impietosa descrizione dei tempi che corrono con cui anche Bolognafiere è chiamata a farei conti: "Non posso che constatare che quest’anno si venderanno circa un milione e 250 mila vetture in Italia, la metà rispetto all’inizio della nostra attività, con una crisi europea che peggiora ulteriormente la ripresa. L’Italia è passata, in Europa da essere secondo mercato a nono. Era terzo nel mondo, oggi è undicesimo". Una riflessione che potrebbe suggerire a Campagnoli di rivedere il minimo garantito di 1,8 milioni di euro.
L'alternativa a GL Events potrebbe essere il passato: Alfredo Cazzola, colui che nel 1981 trasformò il Motor Show in evento di rilevanza continentale e che ha venduto poi la gestione ai francesi, torna alla carica. All’Unrae, Fiat, Fiera di Bologna e a Milano avrebbe presentato il progetto per rilanciare il Motor Show di Bologna. Ginon però canta le lodi di GL Events, la cui equipe "è composta da professionisti che conoscono profondamente il settore, persone che stanno lavorando per la ripresa, troppo facile presentarsi quando il peggio è passato, è una mancanza di rispetto per tutti gli operatori. Noi siamo capaci di diffondere l’industria, non solo quella italiana, anche in altre nazioni, organizziamo fiere in Brasile, in Qatar, stiamo pianificando eventi in Turchia ed a Hong Kong". D'accordo, ma a Bologna?