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Il pagamento del bollo auto: una tassa sensibile ai dialetti

Il Bollo dell’auto, una scadenza semestrale che gli automobilisti pagano non solo in base alla potenza del motore, ma anche alla zona di immatricolazione. Politiche regionali che creano grattacapi… ed ingiustificate diversificazioni.
A cura di Danilo Massa
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Pagamento Bollo Auto

Si paga due volte l’anno e non si sa bene come si chiama. C’è chi le dà nome “tassa di possesso” o chi, erroneamente, “tassa di circolazione”, altri, con più confidenza la ribattezzano “bollo auto”. Per altri ancora è una “tassa forfettaria”. Una cosa però è certa: è una tassa.

Altro dato di cui non sempre si è a conoscenza è l’importo. Le variabili che lo determinano sono quattro: tipologia di veicolo (auto, ciclomotore, etc.), presenza di impianto gpl/metano, potenza del motore e regione di immatricolazione. È proprio quest’ultima incognita a diversificare l’esborso, regione per regione.

Semplificato il pagamento fattivo del bollo grazie alla possibilità di effettuarlo nelle ricevitorie della Lottomatica, da un po’ di tempo è facile anche sapere quanto versare nelle casse dello stato. È infatti sufficiente andare nell’area dedicata del sito dell’Agenzia dell’Entrate, determinare le variabili sopra accennate ed aspettare il responso.

Da questi semplici dati forniti dal sito è possibile valutare la diversa politica fiscale attuata dalle regioni in materia di bollo. Gli automobilisti che pagano di più vengono da Calabria, Campania, Liguria, Abruzzo e Toscana. Per un auto euro 3 da 63 CV, priva di impianto alternativo, la tassa è di 137,97 euro. Seguono Marche (135,45 euro) e Molise (134,19 euro). L’area più economica è la Provincia autonoma di Bolzano (112,7 euro).

Tuttavia, la variabile su cui si muove maggiormente la forbice di contribuzione è la potenza del motore. La vettura per la quale abbiamo visto imporre una tassa di 137,97 euro, variata da 63 a 177 Cv, implica un importo di 432,32 euro (che diventano 413 se, più credibilmente, si fa salire anche il valore ecologico della vettura da euro 3 a euro 6). Il salto qualitativo, però, è quello tra un'Atos ed una Bmw X3. Insomma, con tutto il dovuto rispetto per la piccola scattante Hyundai, non una cosa da poco…

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