Immatricolazioni di marzo: -4,9% rispetto al 2012. Cresce Fiat
Nell'Italia che arranca, un calo limitato può essere una buona notizia. Secondo le statistiche, infatti, nel mese di marzo il mercato dell'auto fa registrare un calo di immatricolazioni del -4,9% rispetto allo stesso mese del 2012. In termini assoluti, si sono registrare 132.020 nuove immatricolazioni rispetto alle 138.816 di un anno fa. A febbraio 2013 il dato drammatico del -17,41%. Insomma, la caduta fa registrare una sensibile frenata che acquista ulteriore valore se rapportata alla crescita relativa del marchio italiano. Fiat Group Automobile ha aumentato la propria quota di mercato arrivando al 28,75% contro il 25,96% di marzo 2012. A febbraio di quest'anno Fiat si era attestata sul 28,48%. Nei primi tre mesi dell'anno, dunque, le auto del Lingotto sono il 29,04% delle nuove immatricolazioni. Il merito, spiega Fiat Group Automobiles in una nota, è soprattutto della 500L, grazie alla quale "abbiamo immatricolato 38 mila unità (era da giugno 2012 che non si raggiungeva questo valore), il 5,3 per cento in più in confronto allo stesso mese del 2012". Oltre alla 500L, spiega ancora il gruppo di Torino, il merito va assegnato anche alla commercializzazione bi-fuel "di Fiat, Lancia e Alfa Romeo con un incentivo almeno equivalente a quello previsto dal Governo, hanno permesso al Gruppo di ottenere un risultato positivo, con ben quattro auto (Panda, Punto, Ypsilon e 500L) ai primi posti della classifica delle auto più vendute nel mese".
Federauto precisa tuttavia che sui dati del mercato dell'auto pesano le statistiche negative del 2012: “Il dato grezzo trae in inganno perché sembra quasi che si sia attenuata la caduta della domanda, senza però tenere conto che marzo 2012 aveva perso il -26,72% rispetto allo stesso mese del 2011. In realtà il -4,9% di marzo, se confermato come trend nei prossimi mesi, vedrebbe realizzarsi un mercato attorno a 1.300.000 vetture immatricolate, ovvero il 35% in meno dei 2 milioni di pezzi considerati come il livello minimo per la sopravvivenza della filiera automotive italiana che fattura l’11,4% del Pil, versa nelle casse dello Stato il 16,6% delle entrate fiscali nazionali e occupa, con l’indotto allargato, 1.200.000 persone”.