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Imola ’82, lo “sgarro” di Pironi a Villeneuve

In quel Gran Premio di San Marino ci fu un episodio clamoroso che vide il transalpino impegnarsi in una lotta fratricida con il canadese nonostante alla Ferrari gli ordini di scuderia fossero stati abbastanza chiari. “Sgarro” o incomprensione?
A cura di Michele Mazzeo
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Villeneuve e Pironi

La storia della Formula 1 è piena di rivalità tra piloti che si sono protratte per diversi anni, che hanno spesso caratterizzato la lotta per i titoli iridati e quindi anche infuocate da scuderie rivali. Ma ci sono anche dei casi in cui queste dispute sono avvenute tra compagni di squadra che in genere sono legati ad un singolo episodio. Uno di questi è sicuramente quello avvenuto il 25 aprile 1982 sul circuito di Imola.

Parterre ridotto a Imola

In quel giorno andò in scena il Gran Premio di San Marino, quarto appuntamento del campionato mondiale. Il gruppo dei partecipanti fu di numero ridotto a causa dello scontro tra FISA e FOCA riguardante alcuni punti del regolamento legati al peso minimo della vettura e vide al via solo quattordici vetture, tra cui le Ferrari e le Renault, dato che venne quindi boicottato dalle scuderie legate alla FOCA, tra cui Lotus, Brabham e McLaren.

Gilles e Pironi San Marino

L’accordo pre-gara nel box Ferrari

Per le rosse di Gilles Villeneuve e Didier Pironi dunque le uniche avversarie erano le due monoposto della casa francese che con Arneaux e Prost conquistarono le prime due posizioni nella griglia di partenza. Le sensazioni degli uomini del team di Maranello però erano positive, tanto che nel pre-gara fu fatto un accordo interno che prevedeva che in caso di grande vantaggio a metà corsa, per evitare rischi inutili, la classifica sarebbe stata "congelata”.

Villeneuve Pironi

La sfida Ferrari vs Renault

Alla partenza i primi quattro piloti mantennero le loro posizioni, con René Arnoux che precedeva Alain Prost e le due Ferrari, che però sopravanzarono “il professore” già durante il primo giro. La gara di Prost durerà solo 7 tornate a causa di un problema elettrico, e così al quarto ci andrà Michele Alboreto su Tyrrell. Al ventisettesimo giro Villeneuve, con un sorpasso alla Rivazza, superò Arnoux ma quattro giri dopo l’unico pilota della Renault rimasto in gara riprese il comando della gara, ne approfittò anche Pironi, che passò per qualche curva il suo compagno di scuderia, salvo poi doversi vedere sfilare nuovamente dal canadese. Nei giri successivi continuò la lotta tra i primi tre fino a quando, al quarantacinquesimo passaggio, René Arnoux fu costretto ad abbandonare la gara con il motore fumante. Lasciando così il via libera alle due Ferrari che avevano un vantaggio enorme su Alboreto terzo.

Lotta fratricida: sgarro o incomprensione?

Un giro dopo, approfittando di un errore di Villeneuve, Pironi prese il comando della gara. La lotta fra i due proseguì, così che al giro 49 il canadese, con un'azione alla Tosa, ritornò a condurre. Dai box della scuderia italiana furono costretti ad esporre il cartello "SLOW" (piano), che di fatto imponeva ai piloti di preservare le vetture. Villeneuve quindi, dato l’accordo pre-gara, interpretò il messaggio come se si dovessero mantenere le posizioni, mentre Pironi pensò che i due fossero comunque liberi di lottare per conquistare la vittoria.

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Il francese superò il compagno di squadra e negli ultimi giri i due si attaccarono più volte, anche se il canadese pensava si trattasse solo di un modo per divertire il pubblico: a darne conferma il cronologico dei tempi che dimostra chiaramente che quando in testa c’era Villeneuve i tempi salivano sensibilmente e l’andatura calava, mentre quando vi era Pironi i tempi si riducevano e la velocità media aumentava. All'ultimo giro Pironi superò Gilles in curva Tosa e vinse il Gran Premio. Villeneuve uscì dalla monoposto infuriato nei confronti del transalpino, in quanto ritenne che questi avesse violato gli ordini di scuderia e non mancò di attaccarlo duramente, definendo quello di Pironi come «un comportamento da bandito».

Pironi sul podio

L’ultima volta di Gilles

Volarono accuse pesantissime e il clima nell’intera scuderia del Cavallino rimase tesissimo, nonostante i tentativi di Enzo Ferrari e dello stesso Pironi di convincere Villeneuve della buona fede del transalpino. Purtroppo questa rivalità non ebbe nemmeno il tempo di divampare perché sole due settimane dopo il canadese perderà la vita durante le qualifiche nel GP del Belgio in quel tristissimo 8 maggio 1992.

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