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In Messico domina Verstappen. Rimonta d’orgoglio per Vettel, ma Hamilton è iridato

In una gara condizionata dalla collisione iniziale tra i due grandi protagonisti della stagione ne approfitta l’olandesino della Red Bull che centra la seconda vittoria stagionale. Il britannico della Mercedes finisce 9° ma si laurea campione del mondo per la quarta volta. Non basta la grande rimonta di Vettel che chiude 4°. Ancora flop per Ricciardo e le Renault.
A cura di Michele Mazzeo
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Anche il GP del Messico è ormai andato in archivio. Nel terz’ultimo appuntamento stagionale arriva anche la conferma matematica per Lewis Hamilton che conquista il suo quarto titolo mondiale, nonostante la 9a posizione finale. Infatti, la gara condizionata dalla collisione iniziale tra il neocampione del mondo e Sebastian Vettel ha visto il secondo trionfo stagionale del baby Max Verstappen che ha preceduto Valtteri Bottas e Kimi Raikkonen. Quarto il tedesco della Ferrari, autore di una grande rimonta, che però non è servita a prolungare le speranze iridate. Tanti dunque i momenti da ricordare di questo Gran Premio del Messico, così come altrettanti quelli che invece vanno dimenticati in fretta. Ecco il meglio e il peggio della gara messicana della Formula 1.

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Vettel: rimonta d’orgoglio, ma non basta

Una partenza così non se l’aspettava nessuno. Se era abbastanza facile prevedere che Verstappen avrebbe attaccato immediatamente la leadership di Sebastian Vettel, lo era sicuramente meno prevedere uno scontro già alla seconda curva tra il tedesco della Ferrari e la Mercedes di Lewis Hamilton. Seb danneggia l’ala anteriore mentre il britannico, ancora più sfortunato, deve fare un intero giro con una gomma forata. Entrambi i contendenti al titolo iridato sono dunque costretti immediatamente a fermarsi ai box e da lì comincia una gara che nessuno si poteva aspettare alla vigilia. Il tedesco cambia il musetto della sua SF70-H e riparte cominciando la sua rimonta per provare a prolungare la lotta iridata. E così sorpasso dopo sorpasso Sebastian Vettel chiude con un incredibile 4° posto che però consegna il titolo mondiale al rivale britannico. Ma quella del tedesco rimane comunque una prova d’orgoglio da sottolineare.

Hamilton: missione compiuta con brivido

In Messico voleva centrare il titolo iridato ottenendo la nona vittoria stagionale, e invece Lewis Hamilton dopo lo scontro con Sebastian Vettel deve immediatamente rivedere i propri programmi. Oltre 25 giri passati in fondo al gruppo, subendo anche “l’umiliazione” di essere doppiato da Max Verstappen. Solo al trentesimo giro riesce a liberarsi di Sainz e Wehrlein cominciare la sua rimonta, anche se per diventare campione del mondo per la quarta volta basta che Vettel non riesca a centrare almeno la seconda posizione. Il britannico tira fuori l’orgoglio e comincia a risalire il gruppo. Chiuderà 9° (con tanto di duello spettacolare con Alonso) e tanto basta per diventare quattro volte campione del mondo raggiungendo nella classifica all time due mostri sacri come Alain Prost e lo stesso Sebastian Vettel.

Dominio Verstappen

Tra i due litiganti il terzo gode. Lo sa bene l’olandesino volante della Red Bull, Max Verstappen, che approfitta della lotta per il titolo iridato infilando Sebastian Vettel impegnato a chiudere un Lewis Hamilton uscito molto forte dalla prima curva. E così il 20enne si prende la testa della corsa e si invola in solitaria verso la seconda vittoria stagionale. Se c’è una conferma in questo GP del Messico è che Verstappen il piede non lo alza mai e per il Mondiale nel prossimo anno ci sarà anche lui.

Flop, 3 cose da dimenticare e in fretta

Perez: il “padrone di casa” delude

Era il suo GP, quello di casa. Era il beniamino del pubblico che lo ha accolto con un grandissimo boato, ma la gara del messicano Sergio Perez non è sicuramente da incorniciare. Un 7° posto finale ad oltre 40 secondi dal compagno di squadra Esteban Ocon che di certo non ha esaltato né lui, né i tifosi, né tantomeno il papà-ultrà nel box della Force India.

Un altro week end nero per Ricciardo

Altro week end nero per Daniel Ricciardo. Mentre il suo compagno primeggia in pista, l’australiano costretto a partire dalla sedicesima casella a causa di una sostituzione di un componente della power unit della sua monoposto non riesce ad arrivare al traguardo nemmeno in questa occasione. La sua gara dura solo 8 giri e poi come ad Austin si deve arrendere e ritirarsi.

Hulkenberg e la Renault: finale di stagione da dimenticare

Gara da dimenticare anche per Nico Hulkenberg. Il motore della sua Renault come negli Stati Uniti dura pochissimo e anche in Messico è costretto al ritiro. Un finale di stagione di certo non da incorniciare sia per il tedesco che per la casa francese dato che anche il neoacquisto Carlos Sainz non brilla sul circuito Hermanos Rodriguez veleggiando sempre nelle ultime posizioni fin quando anche lui non si è dovuto arrendere per un problema al motore della sua monoposto.

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