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Scajola tira il freno sugli incentivi per favorire innovazione e ricerca

Dal consiglio dei ministri dell’Industria dell’UE, il ministro Scajola annuncia che gli incentivi auto quest’anno molto probabilmente non ci saranno. Da favorire settori ancora poco incentivati.
A cura di Eugenio Tinto
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Dopo una tira e molla che si protrae da svariato tempo e che sta interessando non solo la classe politica e industriale italiana, ma anche milioni di cittadini e lavoratori, il nodo gordiano sugli incentivi auto per l’anno 2010 è stato quasi sciolto dallo stesso Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola: con molta probabilità non verranno rinnovati.

Dal consiglio dei ministri dell’Industria dell’UE, svoltosi ieri a San Sebastian nei Paesi Baschi, il nostro Ministro ha anticipato ciò che verrà discusso oggi al Consiglio dei Ministri: "Credo sia opportuno quest'anno dare incentivi ad altri settori che hanno bisogno di essere spinti. Nel 2009 il governo ha incentivato fortemente il settore auto. Mi pare che qui a San Sebastian stia prevalendo la tesi di uscire dal sistema di incentivi sul settore auto”, che però ha sottolineato l’importanza di “dare certezze altrimenti i consumi frenano”.

Aldilà delle divergenze tra Fiat e Governo, nella quale la casa di Torino ha mostrato tutto il suo disinteresse nei riguardi degli incentivi auto, il Governo ha deciso che strada intraprendere, con una proposta che prevede una riduzione lenta e graduale degli incentivi auto, onde evitare speculazione di parte di alcune aziende automobilistiche.

Spazio, quindi, ai settori che fino a questo momento in Italia non stanno godendo di particolari privilegi finanziari, come il settore dell’innovazione e della ricerca. Spazio quindi al settore del tessile a quello degli elettrodomestici e a quello delle macchina agricole, dove non a caso la Fiat allunga le sue mani.

Maggiori aggiornamenti si avranno oggi al termine del Consiglio dei Ministri durante il quale verrà trattato il decreto “Mille Proroghe”, che tratta, tra gli altri argomenti, anche del finanziamento ai quotidiani.

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