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Incidente Bianchi, Mosley: “Fatto tutto quello che si doveva”

Sull’incidente di Jules Bianchi arriva anche il parere dell’ex presidente della FIA Max Mosley, che ha spiegato quali sono le procedure di sicurezza seguite in casi come questo, quale deve essere l’atteggiamento dei piloti e a chi spetta decidere in queste situazioni.
A cura di Vito Lamorte
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Le condizioni di Jules Bianchi tengono in apprensione tutti gli addetti ai lavori e i tifosi della Formula 1 e si attende a breve il comunicato ufficiale. Tra i tanti pareri, autorevoli e non, sul drammatico incidente del pilota francese a Suzuka ecco spuntare le considerazioni di Max Mosley, ex capo della FIA. A raccogliere le parole di Mosley è stata l'emittente britannica Sky Sports UK, che gli ha,  innanzitutto, chiesto se la Formula 1 stia facendo di tutto per assicurare la sicurezza dei suoi piloti: "Penso di sì. Credo che quello che è successo a Suzuka sia un episodio molto sfortunato, un incidente anomalo, e non riesco proprio a incolpare alcuna persona coinvolta:  i marshall o il direttore di gara, o altri. Tutto è stato fatto come avrebbe dovuto essere fatto". Durante l'intervista è stato chiesto a Mosley cosa prevede il protocollo sull'impiego della Safety Car: "La prima cosa che succede quando c’è un incidente è che la tua prima linea di difesa sono le bandiere gialle perché ovviamente possono esserci delle monoposto appena dietro alla vettura incidentata e devono essere avvisate del fatto che c’è una vettura fuori pista. Quindi esponi bandiere gialle fisse, bandiere gialle sventolate e poi la doppia bandiera gialla, che indicano un progressivo aumento di prudenza necessario da parte dei piloti. Una doppia bandiera gialla significa ‘rallentare e prepararsi a fermarsi’, questo succede normalmente per qualcosa in pista. Impieghi la Safety Car se l’ostacolo o il pericolo sono tali da non poter essere gestiti in regime di doppia bandiera gialla e hai bisogno della Safety Car".

Sulla decisione di non anticipare la gara Mosley afferma: "Se qualcuno voleva spostare la partenza, allora ci sarebbe stata una discussione. Ma è molto difficile spostare una gara in quelle condizioni perché anche se la anticipi di due ore non hai la garanzia che poi non pioverà e potresti spostarla da un momento in cui sarebbe stato piuttosto sicuro partire a uno in cui non lo è. Spostare l’ora non era davvero la soluzione".

In conclusione Max Mosley ha parlato di come viene portata avanti la sicurezza nella Formula 1 e dell'incidente di Bianchi come un mix di concause che ha portato a quelle gravi conseguenze: "È una situazione in costante evoluzione, ma in questo caso particolare non penso che alcuna di quelle soluzioni sarebbero state di aiuto perché da quello che ho capito è finito sotto il trattore ed è questo che ha causato il danno. Resta da vedere quando ci sarà un’inchiesta, ma perché qualcuno si faccia male in una moderna vettura di Formula 1, devono presentarsi tutti insieme una serie di fattori: qui abbiamo avuto condizioni difficili, un trattore in pista e per qualche ragione il pilota non ha visto le bandiere gialle. Sembrerebbe che non abbia rallentato quanto probabilmente avrebbe dovuto fare. Perché sia successo resta da vedere, ma sicuramente le bandiere gialle erano state impiegate, quindi avrebbe dovuto rallentare e non ci sarebbe dovuto essere il rischio che uscisse di pista, ma non sembra che sia successo".

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