Incidente Bianchi, presentati i punti fondamentali dell’inchiesta FIA
È notizia di qualche giorno: la FIA ha aperto un'inchiesta per l'incidente che ha visto coinvolto Jules Bianchi a Suzuka. La partenza non è stata proprio memorabile dato che il presidente FIA, Jean Todt, avrebbe voluto che fosse "indipendente", invece è stata affidata allo stesso delegato federale Charlie Whiting. Alberto Antonini, direttore di Autosprint e volto noto di Sky Sport F1 ha rivelato alcuni dei punti fondamentali su cui si baserà la conclusione dell'inchiesta. Secondo quanto riporta Autosprint, sono cinque le basi su cui si poggia l'inchiesta della Federazione Internazionale d'Automobilismo. Il primo punto riguarda la velocità del pilota della Marussia prima dell'incidente. Jules Bianchi è uscito di pista alla curva 7 senza andare in testacoda, a differenza di Adrian Sutil al giro prima. La sua velocità di percorrenza era prossima ai 212 km/h, quella al momento dell’impatto viene calcolata sopra i 180 km/h. Secondo punto. La FIA afferma che prima di passare nel punto dell’incidente, il pilota francese non aveva rallentato in maniera significativa nonostante la presenza di cinque postazioni con bandiere gialle sventolate. La telemetria della Marussia mostrerebbe che non c’è stato rallentamento. Terzo punto. La bandiera verde nel punto successivo all'incidente potreva essere evitata dato che il commissario di pista aveva la facoltà di usare la gialla anche in quel punto, visto l'evidente pericolo. Quarto punto. Prima di finire sotto il trattore la vettura era in efficienza e non risulta un guasto all'impianto frenante. Quinto punto. Nonostante le alcune voci riportavano il contrario, il casco del pilota era integro e anche la testa non ha riportato ferite evidenti.