Cittadini stranieri sempre più coinvolti negli incidenti stradali
Gli incidenti stradali sono una piega che bisogna combattere e lo sa anche l’ONU che ha avuto la brillante idea di istituire il decennio mondiale per la sicurezza stradale: l’obiettivo è salvare cinque milioni di vittime. Detto questo ritorniamo a ciò che accade nella nostra nazione. L’Asaps, Associazione amici sostenitore della polizia stradale, ha lanciato un allarme molto serio: in Italia ogni anni su strade e autostrade italiane i cittadini stranieri coinvolti in sinistri mortali o, comunque, gravi sono circa il 20% del totale, con punte che toccano il 25% in regioni, come la Lombardia, con una elevatissima densità di cittadini stranieri.
Giordano Biserni, presidente dell’Associazione Asaps traccia il quadro di questa situazione: “Se è vero che la popolazione straniera residente in Italia, fra regolari e non, dovrebbe raggiungere una percentuale del 10% circa, gli immigrati coinvolti nell'incidentalità sono in proporzione almeno il doppio rispetto alla popolazione italiana”.
L’analisi del Presidente Biserni continua: “Nei mesi estivi si deve ovviamente tenere conto anche dei flussi di turisti che arrivano nel nostro Paese in auto e moto. E, lungo tutto l'arco dell'anno, non va dimenticata la considerevole percentuale di stranieri in transito, penso tra gli altri ai conducenti dei Tir. Ma l'impressione è che in genere molti degli stranieri, specie di quelli provenienti da paesi con mobilità inferiore alla nostra, non abbiano una percezione sufficiente dei rischi della strada". Un esempio: tra i ciclisti che perdono la vita in incidenti sono sempre più numerosi gli stranieri, "molti dei quali non indossano caschetti protettivi, non accendono le luci di posizione, procedono magari appaiati”.
Un problema da non sottovalutare è quello dei migranti clandestini che causano numerosi incidenti stradali: “gli stranieri irregolari trovano il modo di percorrere le strade del nostro paese al volante di auto, spesso in condizioni di precaria sicurezza e, ancor più spesso, prive di assicurazione, senza patente valida o, sempre più spesso, con patente falsa”. Un quadro che di certo non premia la sicurezza.