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Incidenti stradali mortali: sempre più vittime a causa dell’alcol

I dati allarmanti sono stati rilasciati dall’Asaps da sempre molto attiva nel campo della prevenzione e dell’educazione alla sicurezza stradale.
A cura di Eugenio Tinto
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alcol test

Non ci troviamo di fronte ad una epidemia ma i dati diffusi dall’Asaps non lasciano spazio ad interpretazioni: in Italia anche se gli incidenti sono diminuiti, i morti dovuti ad abuso di alcol no. I dati parlano di una Italia a doppia velocità, da un lato diminuiscono gli incidenti, -3,3% rispetto allo stesso periodo del 2009, ma dall’altro lato aumentano i morti causati dagli incidenti stradali, +5,9%. Il 36,6% delle vittime aveva meno di 30 anni.

Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania per la sicurezza stradale non ha dubbi: “Siamo di fronte ad un vero e proprio allarme sociale legato alla deriva della giovani generazioni. Da una parte l’Asaps ci dice che aumentano i morti da incidente stradale nei week end del primo quadrimestre 2010 e oltre un terzo delle vittime è under 30. Dall’altra l’Istituto Superiore della Sanità ci comunica che cresce tra i giovani la moda del bere per sballarsi”.

Il Presidente dell’Ania commenta così i numeri emersi dall’indagine condotta dall’Asaps: “Quella della mortalità giovanile per incidente stradale è un dramma nel dramma, spesso legato allo sballo del sabato sera. I dati divulgati dall'Istituto Superiore della Sanità, infatti, ci dicono che i giovani italiani accedono all'alcol in età sempre più precoce. In molti casi si comincia a bere a 11 anni. Gli stessi dati ci dicono che la tendenza all'abuso dell'alcol non si esaurisce ma, nel tempo, tende ad essere non solo mantenuta ma anche aumentata almeno fino ai 24 anni. Per questo motivo, oltre al dato dei giovani morti per incidente stradale spesso alcol correlato, va considerato l'allarme sociale legato ad una tendenza, quella del bere per ubriacarsi, che inizia in età sempre più precoci coinvolgendo quelle generazioni che a breve avranno accesso al patentino per il ciclomotore e/o alla patente”.

Eugenio Tinto

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