Jarvis: “Per Rossi l’età è solo una cifra” Flamigni: “Sa di essere da mondiale”
La festa per il risultato di Jerez conferma quello che in Yamaha si era già intuito. A mettere la ciliegina sulla torta di un weekend in cui Jorge Lorenzo ha annunciato che lascerà il team per abbracciare la sfida in Ducati è Valentino Rossi che senza esitazioni aveva già firmato il rinnovo con Yamaha. Un contratto che lo legherà alla sua amata M1 fino al 2018, quando il Dottore avrà 39 anni suonati. Ma la carta di identità del pesarese non preoccupa, dal momento che la cavalcata solitaria con cui ha stracciato gli spagnoli è quel lato della medaglia su cui la Yamaha ha investito per le prossime due stagioni. Nessun dubbio, quindi, per aver perso il maiorchino che malgrado la piazza d’onore che lo mantiene davanti a Rossi in classifica iridata, non sa incassare la sconfitta. “La gomma slittava, altrimenti avrei vinto io” diceva contrariato dopo la gara. Lamentele di cui la Yamaha ne ha un tir pieno zeppo e ormai pronto al traghettamento a Borgo Panigale.
Se il pilota che ha vinto è anche quello che resterà, il risultato già buono è perfino migliore – dice Lin Jarvis, team managing di Yamaha.
Una frase sibillina, in linea con le sue dichiarazioni della vigilia. Tra le motivazioni che hanno spinto Lorenzo a cambiare aria, Jarvis accennava all’attrazione esercitata da una Ducati che, per quanto “molto buona”, è pronta a garantirgli un futuro da numero uno indiscusso nel team. “In Yamaha Lorenzo era uno dei due numeri uno” spiegava Jarvis. L’altro numero uno, invece, ha quella motivazione che lo ha portato a restare, e su cui la Yamaha punta tutte le fiches, “un ragazzo di 37 anni che ha un futuro”.
Tutti a dire che è un pilota vecchio, ma con lui l’età è solo una cifra – sostiene dalle colonne della Rosea – e il modo in cui ha dominato questo weekend, prima la pole e poi la vittoria, non avrebbe potuto rivelarsi migliore”.
L’opinione del team managing della Yamaha non è certo isolata.
È da questo inverno che ripeto che è una barzelletta quando si dice che il 2015 è stata l’ultima occasione per vincere il titolo – rincara Galbusera, alla terza stagione da capotecnico di Rossi.
Rispetto a un anno fa Valentino è più concentrato e motivato, semplicemente migliore. Solo che finora in queste prime gare non ha raccolto quello che avrebbe potuto – prosegue – Di sicuro non ha dimenticato ciò che è successo, ma questo non lo ha fatto diventare più cattivo, semmai più convinto Lui nel decimo Mondiale ci crede sempre più e io la penso uguale. Dal 2014 a oggi ha fatto progressi, è più forte di prima”.
E ora, che il Dottore ha rotto il ghiaccio, cogliendo la prima vittoria stagionale, tutto è ancora più chiaro.
A Jerez c’è stata la quadratura del cerchio, un weekend perfetto – analizza Matteo Flamigni, telemetrista da una vita di Rossi – Valentino ha guidato alla grande e il lavoro in ottica gara con gomma usata ha dato i suoi frutti.
Valentino è bravo a mettere a frutto anni di corse – spiega – A ciò aggiungi la sua grande consapevolezza: sa di essere veloce e, soprattutto, di potere vincere il Mondiale. E questa convinzione è quella che gli permette di vincere le gare.