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Jean Todt: “Schumacher sta lottando, spero un giorno di andare a un GP insieme”

Il presidente della Fia torna a parlare del sette volte campione del mondo di Formula 1: “Sappiamo che ha avuto un incidente che ha lasciato tracce, ma dobbiamo accompagnarlo in questa lotta e augurarci che ci siano miglioramenti continui. Tocca alla famiglia decidere cosa vuole o non vuole dire” ha dichiarato.
A cura di Matteo Vana
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"Non c'è nessuna notizia, salvo il fatto che Schumacher stia lottando per migliorare ogni giorno la situazione. Vedo dei Gran Premi in tv con lui, abbiamo un contatto quotidiano e spero che un giorno potremo andare insieme a un GP". Jean Todt, presidente della Fia e amico di Michael Schumacher, non perde la speranza riguardo un miglioramento delle condizioni del sette volte campione di Formula 1 dopo il terribile incidente sulle nevi di Meribel del 2013 tanto da augurarsi di poter tornare ad assistere a una gara dal vivo insieme.

Jean Todt e Michael Schumacher - Getty images
Jean Todt e Michael Schumacher – Getty images

Il presidente Fia torna a parlare del campione

Un percorso lento e faticoso quello dell'ex pilota Ferrari che prosegue la sua lotta per tornare a condurre una vita normale: le ultime notizie, mai confermate dai famigliari che continuano a mantenere uno strettissimo riserbo riguardo le sue condizioni di salute, parlano di una cura segreta presso Parigi con un trattamento a base di cellule staminali ma Todt preferisce non rivelare nulla al riguardo:

Sono stupefatto che, quando è venuto a Parigi per un controllo in ospedale, della gente che dovrebbe privilegiare il segreto medico abbia parlato. È ovvio che tutti intorno dobbiamo aiutarlo e augurarci che ci saranno dei miglioramenti continui – sono state le sue parole in una intervista rilasciata a "La Repubblica" -. Sappiamo che ha avuto un incidente che ha lasciato delle tracce. E questa è una cosa privata. Dobbiamo accompagnarlo in questa lotta, supportare sua moglie Corinna che è una signora fantastica e che si occupa di lui e dei figli. Dobbiamo aiutarli, rispettando al massimo i loro desideri. Ho letto cose incredibili sul suo ricovero e come al solito quelli che sanno non parlano e quelli che non sanno parlano. Lui è una leggenda dell'automobilismo, non è che sia ingiusto volergli bene e voler sapere di lui, ma tocca alla famiglia decidere quello che vuole o non vuole dire: cerca di proteggerlo e difendere la propria vita privata come Michael ha sempre voluto.

Il pensiero sul giovane Mick Schumacher

Jean Todt, pur mantenendo fede al giramento di riservatezza fatto con la famiglia del campione, continua a sperare che le condizioni di Michael Schumacher migliorino giorno dopo giorno. Una speranza che lo accomuna agli appassionati di Formula 1 che sperano di rivedere il sette volte campione in forze dopo l'incidente sugli sci che ne ha condizionato gli ultimi 6 anni di vita. Nel frattempo, però, il presidente della Fia punta l'occhio anche sul figlio Mick, impegnato nel mondiale di Formula 2 e pronto, magari nel 2021, a sbarcare in Formula 1 per ripercorrere le orme del sette volte campione del mondo: "Lo conosco da quando è bimbo, lo adoro, è intelligente, molto bene educato, ha un profilo basso. È il risultato del gran lavoro dei suoi genitori che hanno voluto sempre tenerlo fuori dalla visibilità. Ha scalato la piramide, dai kart alle formule minori. Lo dobbiamo lasciare lavorare in pace. Il cognome è una pressione in più? Forse, ma col casco e la visiera giù è come gli altri piloti: si dimentica di tutto" ha concluso il francese.

Mick Schumacher - Getty images
Mick Schumacher – Getty images
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