Jerez, Ducati in difficoltà. Dovi e Iannone: “Situazione complicata”. Ma Barbera c’è
Decisamente contrariato dalla prima giornata di libere del Gp di Spagna, Andrea Iannone non ha nascosto l’amarezza per aver chiuso fuori dalla top ten la seconda sessione di prove sul circuito di Jerez. Che l’asfalto andaluso fosse un banco di prova per la Ducati era noto a tutti, ma che a brillare in entrambi i turni fosse Hector Barbera in sella alla “vecchia” GP14.2 non se lo aspettava nessuno. Lo spagnolo del team Avintia ha fatto la differenza in pista, veloce fin dal mattino, e quarto al termine del secondo turno di libere, davanti anche a Valentino Rossi, mentre Andrea Dovizioso provava con gran fatica ad avanzare in classifica in sella alla sua GP16. Il forlivese, reduce dal doppio k.o. di Argentina e Texas, ha migliorato il riferimento personale al pomeriggio, ma paga un ritardo di oltre 1 secondo dal tempo di Jorge Lorenzo e di mezzo da quello di Barbera.
Nel pomeriggio abbiamo provato una gomma anteriore differente e il comportamento della moto è ma la gestione della gomma posteriore però rimane ancora difficile – ha ammesso Dovizioso – Dobbiamo continuare a lavorare per migliorare la trazione.
Come il compagno di squadra, anche Iannone al pomeriggio ha cavato decimi importanti al suo riferimento ma i problemi di grip lo hanno pesantemente penalizzato, portandolo a chiudere solo con l’undicesimo tempo in classifica e un ritardo di quasi 1 secondo e mezzo dalla vetta.
La mia situazione di oggi è piuttosto complicata, e stiamo soffrendo abbastanza con la messa a punto – ha analizzato Iannone – Dovremo quindi continuare a lavorare per cercare di migliorare il comportamento della moto, e soprattutto per trovare una migliore trazione al posteriore.
A tirare le somme di una giornata nera, è Davide Tardozzi, il team manager di Ducati, che ha parlato dei problemi delle Desmosedici ufficiali, analizzando anche la prestazione di Barbera in sella alla versione più recente del protitipo del 2014.
Abbiamo difficoltà a mettere i cavalli per terra, perdiamo in percorrenza ma anche in accelerazione, quando i piloti raddrizzano la moto – ha chiarito il dirigente ravennate a Sky Sport – La fascia centrale dello pneumatico posteriore è molto dura, quindi i nostri piloti che raddrizzano la moto molto velocemente, la fanno spinnare molto. Il problema lo abbiamo identificato con la carcassa dello pneumatico posteriore.
Credo che a fare la differenza sia lo stile di guida di Hector che in questo caso paghi molto – aggiunge – Hector riesce a fare percorrenza, a tenere la moto piegata e riesce a fare velocità.
A detta dello spagnolo, la lettura di Tardozzi è corretta anche se il pilota del team Avintia ha puntualizzato come la sua moto sia più stabile in frenata.
Penso che anche se è un po’ così, sia anche grazie alla mia moto che ha una grande stabilità in frenata e che su questa pista si riesce a sfruttare – replica Barbera – In piste come quella dell’Argentina o ad Austin, dove si ha bisogno di una moto più veloce da raddrizzare, facevo molto fatica. E poi anche il mio stile di guida che mi dà una mano.
È anche vero che rispetto agli altri anni sto migliorando – ha aggiunto – Lottavo per essere quindicesimo e prendere punti, invece la situazione è cambiata e stiamo andando molto forte. Il lavoro che stiamo facendo con la squadra contro le moto ufficiali, senza le loro stesse possibilità, con una moto del 2014, è grandioso. Oggi ero secondo e poi quarto, quindi vuol dire che stiamo lavorando veramente bene.