Kimi incontra il piccolo Tomàs: ecco il momento più bello del 2017 in F1
Che cosa rimarrà di questo 2017 di Formula 1? Tanta amarezza per i tifosi della Ferrari e una grande gioia per i fan di Mercedes e Lewis Hamilton. Fin qui ci siamo, dovremmo essere tutti d'accordo.
Fortunatamente oltre al lato agonistico vero e proprio, il mondo dello sport ci regala spesso delle grandissime storie e quello che è successo a Montmelò a metà maggio rientra, quasi sicuramente, in questa categoria.
Raikkonen, l'incidente e il pianto in diretta tv
Le qualifiche sul circuito spagnolo avevano portato nelle prime due file le monoposto di Mercedes e Ferrari e alla partenza ci si aspettava un guizzo da parte dei due di "rosso vestiti". Se per Vettel non ci sono stati grossi problemi a portarsi sul podio, non si può dire lo stesso per Kimi Raikkonen. La SF70H è andata k.o. subito alla prima curva, dopo essere finito intrappolato tra le auto di Valtteri Bottas e Max Verstappen. Dopo aver inquadrato la macchina del campione del mondo 2007 ormai fuori gioco, la regia si sofferma sulle lacrime di un bambino in tribuna: un pianto disperatissimo per questo piccolo tifoso che indossava il cappellino del Cavallino e un paio di cuffioni bianchi, per alleviare il rumore, sopra la divisa ben stirata degli uomini della Rossa, ma in versione small.
Tomàs nel box Ferrari incontra il suo idolo: è magia!
Tutti iniziano a parlarne sui social network, i telecronisti si soffermano sulla scena ed è proprio in questo momento che avviene la magia: la Ferrari, grazie al lavoro della direttrice commerciale e del marketing Lucia Pennesi, manda un'auto a prendere il bambino, che viene prelevato sotto l'ultima curva e accompagnato nel box di Kimi. Sembra la classica ‘favoletta a lieto fine' ma è tutto vero: Tomàs, giovanissimo tifoso di 6 anni della Ferrari proveniente da Amiens si è ritrovato nella stessa stanza con il suo idolo motoristico e persino l'uomo chiamato Iceman sembra essere più disinvolto rispetto al solito. Foto, autografi e risate col bimbo che sorride come tutto il male fosse sparito in un battito di ciglia. "Che giornata fantastica. "Incredibile quando ci hanno chiamati non ci sembrava vero", con queste parole la mamma di Tomàs, Coralie, ha voluto commentare l'accaduto.
Potrebbe sembrare retorica ma lo sport dovrebbe essere questo, sempre: vedere un bambino emozionarsi per un evento agonistico, anche in casa di sconfitta; esserne totalmente preso e riuscire a suscitare emozioni che restano indelebili e finiscono in un immaginario che a volte sembra troppo lontano può essere la medicina a quel male che è la "vittoria a tutti i costi". Con questo non dico che gli atleti professionisti dovrebbero continuamente essere alla mercé dei fan ma eventi, operazioni (chiamatele come volete), di questo tipo rendono lo sport molto più umano, a portata di tutti, e non possono che essere uno sprone alla crescita del movimento, della passione (per qualsiasi tipo di disciplina) e alla condivisione di emozioni. Potrebbe essere questo l'augurio che ci facciamo per il nuovo anno?