L’accordo Fiat-Chrysler piace a Piazza Affari
C'è chi a Capodanno mangia lenticchie per augurarsi qualche soldo in più e chi invece acquisisce aziende per veder piovere gettoni. L'acquisto del 100% di Chrysler da parte della Fiat è piaciuto tanto alla finanza, che a Piazza Affari ha premiato la Exor, la holding degli Agnelli che controlla il Lingotto, e la Fiat, il cui titolo è stato apprezzato del 12,6% (6,7 euro). La casa torinese si è vista riconoscere così la bontà della trattativa americana che, secondo gli operatori di borsa, non mette a rischio la tenuta del gruppo. Un giudizio positivo che parte da tre considerazioni strettamente legate tra loro.
In primo luogo Fiat ha pagato meno di quanto paventato negli ultimi giorni, dato che sembravano necessari ben 4,5 miliardi di dollari per smuovere il Uaw, il sindacato proprietario, attraverso il fondo Veba, delle restanti azioni Chrysler. Il secondo punto che è piaciuto tanto agli azionisti Fiat è che dei 3,65 miliardi necessari per concludere l'affare, solo 1,75 provengono direttamente dalla casa torinese, mentre il restante 1,9 è a carico della stessa Chrysler che distribuirà riserve per pari valore. Il che ci porta al terzo punto: la Fiat, ridottesi le pretese della Uaw e distribuito il carico sulla stessa Chrysler, non ha bisogno di procedere all'aumento di capitale. Capitolo "Scalata" conclusosi benone, dunque. Ma ora, incassato il placet della borsa, la Fiat dovrà spostare le proprie energie dalla finanza al mondo reale della produzione industriale.