La Commissione europea potrebbe indagare sulla Formula 1

La minaccia di una grande guerra civile all’interno della Formula 1 cresce giorno dopo giorno: a sostenerlo è il tedesco Auto Motor und Sport che riporta del malcontento dei piccoli team in seguito alle diatribe interne per la differenziazione degli introiti da parte della CVC, la società finanziaria britannica responsabile del lato commerciale della Formula 1, in merito alla diversa divisione dei bonus ai team.
L’Ue tiene d’occhio la F1
“Pare proprio che la Commissione abbia rivolto il suo sguardo sulla Formula 1, visto il polverone mediatico generato dagli ultimi avvenimenti” spiega il corrispondente Michael Schmidt in riferimento alla diatribe interne sollevate da Lotus, Sauber e Force India che avevano portato all’idea di boicottare le gare già alla vigilia del GP degli Stati Uniti. Nello specifico, a finire in discussione è la diversa divisione dei ricavi che vede i team come Ferrari e Red Bull ricevere bonus maggiori dalla spartizione dei diritti, mettendo così in dubbio la legalità del sistema secondo le severe leggi sulla concorrenza dell’Unione Europea.
“Dare più soldi ai top team è come permettere motori più grandi”
“Ecclestone ha sempre considerato la FOTA, l’associazione delle scuderie della F1, come una vera minaccia e doveva mettere fine al rischio di una serie alternativa” ha dichiarato Ross Brawn. “Riuscì ad ottenere l’uscita di Ferrari e Red Bull con la promessa di pagargli dei bonus extra”. L’ex presidente della FIA, Max Mosley, sottolinea che una diversa distribuzione dei ricavi è contraria allo statuto della Federazione: “Dare più soldi ai top team è come permettere che abbiano motori più grandi”. Ma non solo. Lo Strategy Group, l’organo decisionale, prevalgono Ecclestone e i top team mentre Lotus, Sauber e Frce India sono esclusi e questi tre team hanno inoltre messo in dubbio la legalità il diritto di veto della Ferrari sui cambiamenti regolamentari. “Secondo Mosley la F1 deve ora attuare con urgenza un piano in tre mosse: equità nella suddivisione dei ricavi, riduzione dei costi e semplificazione delle regole” conclude il corrispondente.