La crisi del mercato russo continua. Fiat a -31%
La crisi del mercato mondiale doveva soltanto lambire la Russia, che rispetto alle economie occidentali soffre minori interconessioni globali. Ebbene, il mercato dell'auto fa tremare l'orso russo. Il 2009, infatti, è stato decisamente anno di crisi per il settore automobilistico, registrandosi una costante flessione che va dal 45 al 55%. Novembre non è stato da meno. L'undicesimo mese ha di fatto confermato l'annaspamento, con un -46% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Non c'è da attendersi nessuna rivoluzione per dicembre: non vi sarà l'atteso segno algebrico +, quanto forse valori più ridotti dopo il -. Sarebbe già qualcosa.
Intanto ognuno cerca di proteggere il suo: l'AEB (Association of European Businesses) chiede al governo russo di non proteggere soltanto le proprie imprese, poiché, garantendo condizioni più favorevoli, potrebbe anche beneficiare dell'investimento di costruttori stranieri.
Il governo russo ha infatti previsto un piano di rilancio che premia soprattutto gli acquirenti di auto locali. La programmazione, per quanto "local", aveva comunque convinto la dirigenza di Ford Russia ad aumentare la produzione tra dicembre 2009 e gennaio 2010.
Eppure la Ford, insieme a Chevrolet e Toyota, ha perso a novembre oltre il 60% di vendite (-31% Fiat). Il mese appena trascorso ha salvato solo Suzuki, Kia, BMW, Mercedes e case d'élite come la Porsche. Quella nazionale, la Lada, si attesta al -53%. Probabilmente un danno eccessivo per convincere lo stato russo a seguire i consigli dell'AEB.