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La F1 chiude con Bottas, ma il Re è Hamilton. Vettel fa ben sperare, Raikkonen no

Nella gara che chiude la stagione di Formula 1 terzo successo stagionale del finlandese della Mercedes davanti al grande protagonista del 2017, Lewis Hamilton. Alle loro spalle, ma molto lontane, le due Ferrari. Ecco però un primo bilancio del Campionato Mondiale che si è appena concluso.
A cura di Michele Mazzeo
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È finita. Con il GP di Abu Dhabi anche la stagione 2017 della Formula 1 è andata in archivio. Sul circuito di Yas Marina l’annata si è chiusa con una doppietta Mercedes con il finlandese Valtteri Bottas a precedere il compagno di squadra, già campione del mondo, Lewis Hamilton. Dietro di loro, ma lontanissimo, il ferrarista Sebastian Vettel che chiude davanti all’altro pilota del Cavallino, Raikkonen che è riuscito a mantenere la quarta posizione nonostante l’assalto finale di Verstappen. Una gara che non ha riservato grandissime emozioni quella disputata negli Emirati Arabi Uniti ma che mette fine ad una stagione che invece ne ha regalate parecchie. Andiamo quindi a vedere chi sono i promossi e i bocciati di questa stagione di Formula 1 al termine del Gran Premio di Abu Dhabi che, per quest’anno, ha chiuso le ostilità.

Promossi, chi può sorridere dopo Abu Dhabi

Hamilton nell’Olimpo della F1

Nove vittorie, dodici podi, il record di pole position all time strappato ad una leggenda come Michael Schumacher e un titolo iridato (il quarto della sua carriera) conquistato con 3 Gran Premi d’anticipo. Questo il fantastico 2017 di sua maestà Lewis Hamilton. Il tutto in una stagione dove gli avversari hanno limato il gap tecnico dalla Mercedes e nella quale il contendente al titolo non era il compagno di squadra ma uno dei piloti più titolati di sempre. Chiude con un secondo posto ad Abu Dhabi che nulla toglie alla sua straordinaria annata che lo ha consacrato come leggenda della Formula 1 inserendosi nell’Olimpo tra gli Dei delle quattro ruote.

Vettel: ci siamo quasi…

Nonostante l’epilogo di certo non leggendario la stagione di Sabastian Vettel non può che essere considerata come molto positiva. Il pilota tedesco della Ferrari ha lottato alla pari con il britannico della Mercedes, stazionando per oltre metà annata in testa alla classifica piloti. I meriti vanno equamente divisi tra la sua grande abilità al volante e alla scuderia del Cavallino che gli ha messo a disposizione una SF-70H molto competitiva. A parziale consolazione per il fenomeno di Heppeneim che, comunque, qualche errore in stagione lo ha commesso, il fatto che il distacco in termini di punti con Hamilton è da attribuire quasi esclusivamente alle tre sfortunate gare asiatiche della stagione, vale a dire ai, per lui disastrosi, GP di Singapore, Malesia e Giappone. In casa Ferrari dunque si può guardare con fiducia al 2018 con la speranza che dopo 11 anni il titolo Mondiale torni in quel di Maranello.

Il vero “terzo incomodo” Ricciardo

Ci si aspettava il fenomeno Verstappen e invece, se c’è stato uno in grado di inserirsi con regolarità da terzo incomodo nel duello tra Ferrari e Mercedes è stato Daniel Ricciardo.  Per l’australiano della Red Bull una vittoria (nel famoso GP di Baku in cui ci fu lo scambio di scorrettezze tra Hamilton e Vettel) e 9 podi stagionali con una grande prima parte di stagione in cui da solo ha tenuto alto il nome della scuderia anglo austriaca a differenza del talento olandese. Eppure la Red Bull ha fatto la scelta precisa di puntare su Verstappen relegando così l’australiano al ruolo di seconda guida del futuro. Chiude male la sua stagione con un ritiro ad Abu Dhabi a causa di problemi al motore della sua monoposto, ma rimane comunque un’annata per lui positiva.

La sorpresa: Ocon

Non è un rookie ma poco ci manca. Esteban Ocon alla sua prima vera stagione da pilota titolare in Formula 1 è sicuramente la più bella sorpresa di questa stagione. Il 21enne pilota transalpino della Force India ha mostrato una regolarità impressionante (18 volte a punti su 20 GP) e un buon “manico”, oscurando il compagno di squadra Sergio Perez con il quale più di una volta si sono “beccati” in pista. L’unico cruccio per il talentuoso francese è il fatto di non esser mai riuscito a salire sul podio, ma, siamo certi, che se dovesse confermare anche in futuro quanto fatto vedere fino ad oggi, di podi ne potrebbe calcare parecchi. Per ora, chapeau!

Rimandati al 2018

Verstappen: un talento discontinuo, ma il futuro è suo

Il 2017 doveva essere il suo anno, l’anno in cui il talento più promettente del Circus si affermava ai massimi livelli, e invece la stagione di Max Verstappen non ha rispettato le aspettative. Una prima parte di stagione disastrosa con 7 ritiri e un solo podio nelle prime 14 gare, poi il riscatto con un epilogo di annata decisamente migliore: 2 vittorie e un secondo posto nelle ultime 6 gare. Forse troppo poco per uno con il suo talento, ma considerando che è solo un classe ’97 e che ha incassato la fiducia incondizionata dalla Red Bull non possiamo che rimandare il nostro giudizio al 2018. Per ora possiamo dire che è il pilota che in questa F1 regala più emozioni in pista e a 20 anni non è poco.

Bottas: bene, ma non benissimo

È stata la sua prima stagione in un top team e di certo non può essere bocciato per quanto fatto in questo 2017, anche se la monoposto a disposizione era la stessa del dominatore di stagione Lewis Hamilton. Per il finlandese Valtteri Bottas un buon esordio con la Mercedes con 3 successi e 13 podi a cui si aggiungono anche le “ordinate” prove da fido scudiero del campione del mondo Lewis Hamilton. La vittoria nell’ultimo GP stagionale in quel di Abu Dhabi non basta. Certo, come detto, disponeva degli stessi mezzi del britannico e forse, poteva e doveva dare di più quando contava davvero.

Bocciati, cosa dimenticare e in fretta

Raikkonen: un Cavallino poco rampante

Sicuramente in questo 2017 ci si aspettava di più da Kimi Raikkonen. Nell’anno in cui la Ferrari ha ridotto al minimo il gap dalle Mercedes l’esperto pilota finlandese di certo non ha brillato. Qualche buona gara (ma si contano sulle dita di una mano) e poche prestazioni da ricordare. E, se pur è inevitabile che i 37 anni d’età si facciano sentire, è altrettanto inevitabile che l’ultimo pilota che è riuscito a conquistare il titolo iridato a bordo di una monoposto del Cavallino, con una macchina così, avrebbe certamente dovuto dare di più. Nel 2018 avrà l’ultima occasione per rifarsi e, data la fiducia arrivata da Maranello, non può più fallire.

Perez paga l’ossessione Ocon?

Doveva essere l’uomo di punta della Force India, ma già dopo poche gare si è capito che le gerarchie fossero destinate a cambiare in fretta vista l’esplosione del compagno Esteban Ocon. Ne ha sofferto Sergio Perez, ne ha sofferto parecchio e in pista si è visto. Soprattutto nella prima parte di stagione, più che concentrarsi sul dare il meglio di sé il messicano ha pensato esclusivamente a lottare con il giovane compagno di squadra per il primato interno intestardendosi in scontri fratricidi che hanno solo causato problemi al team anglo-indiano. Nell’ultima gara ad Abu Dhabi chiude davanti ad Ocon ma non può bastare a salvare una stagione in cui poteva dare sicuramente molto di più.

Disastro McLaren, povero Alonso!

Ennesima stagione fallimentare per il binomio McLaren – Honda. Vedere un due volte campione del mondo come Fernando Alonso costretto a lottare sempre nelle retrovie con una monoposto poco competitiva e inaffidabile fa davvero male agli amanti della Formula 1. Il prossimo anno la scuderia di Woking passerà a Renault sperando che la situazione migliori (e in fretta) perché una delle scuderie che ha fato la storia di questo sport non può non ambire ad essere protagonista.

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