La FIA bacchetta la Mercedes: “Non sono ammessi finti pit-stop”
Non tutti se ne sono accorti ma il finto pit-stop che nelle intenzioni di Toto Wolff e della scuderia Mercedes doveva servire ad ingannare la squadra di Grove e far anticipare la loro uscita durante il Gran Premio di Gran Bretagna non è andata giù alla FIA. Il Team Principal della scuderia tedesca ha provato a ironizzare sull’episodio e ha rivelato che la moglie, Susie, si era accorta della strategia che avevano messo in atto e gli aveva mandato un sms subito dopo. L'aver ammesso l’intenzionalità della "finta" ha attirato i fari della Federazione Internazionale sull'episodio e sono subito arrivate le critiche. Il regolamento sportivo, all’articolo 23.11, dice: "Ai meccanici della squadra è permesso stare in corsia box subito prima di lavorare sulla macchina e deve rientrare in garage non appena il lavoro è finito" e la Mercedes non è finita sotto indagine per mancanza di prove dei commissari. L'episodio era sembrato strano ma i giudici non avevano al momento degli elementi idonei per capire se il team di Stoccarda avesse avuto un problema tecnico o avesse volontariamente fatto rientrare la macchina senza toccarla minimamente.
Un portavoce a Motorsport ha dichiarato: "Non potevamo intervenire, ma poi la stessa Mercedes ha ammesso che la finta sosta fosse stata una mossa volontaria. La FIA a questo punto ha deciso di agire, spiegando alle squadre che simili trovate non saranno ammesse, consistendo in violazioni del regolamento. Non è assolutamente consentito ai meccanici entrare in pit-lane senza un motivo valido. La prossima volta che accade una cosa del genere le squadre per evitare una sanzione dovranno fornirci la prova che il pilota stava davvero per fermarsi ai box, sul punto non saremo tolleranti".
