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La Formula 1 compie 65 anni

Sono passati 65 anni dalla prima gara ufficiale della più famosa e importante categoria dell’automobilismo. Sono cambiate tante cose da quella gara di Silverstone ma gli uomini che hanno fatto la storia di questo sport sono ancora tutti impressi nelle menti degli appassionati.
A cura di Vito Lamorte
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Era il 13 maggio 1950 quando l’Alfa Romeo 158 di Nino Farina vinse la prima gara a Silverstone. Sono passati 65 anni da quel giorno e la Formula 1 è entrata a far degli sport più seguiti del pianeta. Ci sono state epoche d'oro e periodi bui per questa disciplina, si sono alternati campioni e scuderie, tecnici e fornitori. Un ricambio veloce. A volte troppo. La Formula 1 è attualmente la più popolare e costosa specialità automobilistica in buona parte del mondo e gode della partecipazione, come concorrenti o fornitori, dei maggiori costruttori di automobili commerciali anche grazie a una copertura televisiva totale. Negli ultimi decenni è aumentato il numero delle gare annuali che ha spostato la sede di diverse gare dai tradizionali circuiti europei a quelli di nuovi mercati come la Cina, Russia e il Bahrain. Nonostante la perdita di appeal degli ultimi tempi resta un punto di riferimento per gli amanti dei motori.

Gli albori

Nonostante l'invenzione del motore a scoppio sia di origine tedesca, la prima vettura da gara e la prima gara automobilistica sono state create in Francia. Nel 1887 prima il quotidiano francese Le Vèlocicipède, organizzò con poca fortuna una corsa da Parigi a Versailles mentre successivamente Le Petit Journal istituì una gara di 130 Km da Parigi a Rouen. Le potenzialità di un evento del genere vennero fiutate subito e così nacque l'Automobile Club de France (ACF) che organizzò regolarmente delle gare da città a città fino a quando furono bandite a causa di un drammatico incidente dove persero la vita otto persone, tra cui il progettista Marcel Renault. Era il 1903. Nel 1906 l'ACF stila un regolamento e organizza quello che è da tutti considerato come il primo gran premio della storia. La gara si svolse nell’arco di due giorni per un totale di 1250 Km, suddivisi in 12 tappe, e il circuito si snodava per 100 Km attorno a Le Mans. La vittoria andò all’ungherese Ferenc Szisz che precedette di 30 minuti, Felice Nazzaro. I resoconti della gara mostrano un quadro simile a quello odierno: Renault e Fiat dominarono, conquistando le prime due posizioni e scoppiò la guerra dei pneumatici fra Michelin e Dunlop.

Nei primi anni '20 venne proposta una prima seria regolamentazione delle gare, denominata Formula Grand Prix, e in Europa si tennero tre edizioni di un Campionato del Mondo per Costruttori nel 1925. Nel 1946 venne creata la Formula A e nel 1948 venne cambiato il nome in Formula 2.

13 maggio 1950: semaforo verde

Nel 1950 venne introdotto un campionato piloti, la cui classifica viene stilata in base ai risultati conseguiti in sette gare: Gran Bretagna, Svizzera, Monaco, Belgio, Francia, Italia e 500 miglia di Indianapolis. L'Alfa Romeo si iscrisse a questo nuovo campionato con un team composto da tre grandissimi piloti dell'ante guerra, Giuseppe Farina, Luigi Fagioli e Juan Manuel Fangio. La scuderia che dà loro più filo da torcere era la Ferrari, che però mancava ancora di affidabilità e, alla fine, il campionato diventò una sfida tra i tre piloti dell'Alfa. La gara finale, a Monza, incoronò Farina primo Campione del Mondo di Formula 1. Al via Fangio scattò subito in testa, ma fu costretto al ritiro dalla rottura del cambio, dando così via libera a Farina che vinse gara e mondiale. Sono questi gli anni di Fangio, di Ascari, di Hawthorn, di Clark e di Brabham.

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Gli Anni '60: l'ascesa degli inglesi

Nei 5 anni in cui fu in vigore la Formula a 1.500 cm³ venne conteggiato un solo grave incidente in gara che fu il più tragico di tutta la storia: durante il Gran Premio d'Italia del 1961 perse la vita Wolfgang Von Trips insieme a 14 spettatori. In prova morirono il giovanissimo Ricardo Rodriguez e Carel Godin de Beaufor. In questo periodo i pochi cavalli a disposizione portarono a sviluppare nuove soluzioni tecniche nella costruzione dei telai, mettendo in risalto il genio di Colin Chapman, valente progettista e fondatore della Lotus, che ebbe un ruolo basilare nella seconda decade della Formula 1: le sue idee hanno fatto scuola nell'evoluzione tecnica delle auto da corsa. I piloti anglofoni ed i team inglesi dominarono il decennio. La Ferrari riuscì a spezzare questo dominio nel 1961 con l’americano Phil Hill e nel 1964 con John Surtees.

Gli Anni '70

Il 1970 è un anno da ricordare per il debutto in Formula 1 di un certo numero di nuovi piloti pieni di talento; capitanato da Ronnie Peterson il gruppo includeva Francois Cevert, Clay Regazzoni, Henri Pescarolo ed il futuro Campione del Mondo Emerson Fittipaldi. Quell'anno si verificano inoltre le morti tragiche di Bruce McLaren, Piers Courage e quasi incredibilmente, di Jochen Rindt alla vigilia del suo primo titolo di Campione del Mondo, assegnatogli postumo. Nella battaglia per la sicurezza si schierò in prima fila lo scozzese Jachie Stewart, grazie al quale vennero adottati progressivamente le tute ignifughe, le cinture di sicurezza ed il casco integrale. Tutti dispositivi che fino ad allora erano rimasti sconosciuti e che salvarono la vita a Niki Lauda al Nürburgring nel 1976.

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In questo decennio ci fu una vera e propria riscossa della Ferrari proprio con Niki Lauda, chiamato per fare il secondo a Regazzoni, e un giovane avvocato romano: Luca Cordero di Montezemolo. Questo decennio viene inoltre ricordato per la presenza di diversi team privati che formarono una delle più enormi, variopinte e competitive griglie nella storia dell'automobilismo. Nel 1977 vennero introdotte due innovazioni tecniche radicali destinate a cambiare il futuro della Formula 1: la Lotus introdusse l'effetto suolo e la Renault svelò al mondo il motore turbo da 1.5 litri. Lo stesso anno fece la sua comparsa nel mondo della Formula 1 Gilles Villeneuve. Si trattò di un personaggio nuovo che dopo aver fatto il suo esordio il 16 luglio 1977 a Silverstone con una McLaren solamente tre mesi dopo era già al volante di una Ferrari nel Gran Premio del Canada.

Gli Anni '80: il periodo più florido della F1

Nonostante il dominio di due squadre, McLaren e Williams, questo periodo è visto dagli osservatori come uno dei più luminosi nei 65 anni di storia della Formula 1. In questo decennio si annoverano piloti del calbro di Ayrton Senna, Nigel Mansell, Michele Alboreto, Alain Prost e Nelson Piquet. Il 1981 vide la sottoscrizione del cosiddetto "Patto della Concordia", un contratto che obbligava le squadre a competere nel campionato del mondo suddividendosi i proventi sui diritti televisivi. Si mise così termine alla guerra tra FISA e FOCA, che aveva raggiunto l'apice con la cancellazione di due gran premi già disputati e dichiarati non validi per il titolo: quelli di Spagna del 1980 e del Sudafrica nel 1981.

1982. Ciao Gilles.

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Otto maggio. A Zolder, nell'ultimo turno di prove, Villeneuve si lanciò in pista per migliorare il suo tempo. Aveva già le gomme usurate e uscì velocissimo da un curvone. Ci fu un'incomprensione con il tedesco Jochen Mass, al volante di una March, e l'urto tra le due monoposto fece decollare la Ferrari. Una scena terribile: Gilles, proiettato all'esterno, compì un lungo volo. Quello fu l’ultimo weekend della sua vita e come sempre capita, quando un campione come lui scompare, finisce la storia e comincia la leggenda.

1984. Il mondo scopre Ayrton Senna

Il 3 giugno 1984 durante il Gran Premio di Monaco in 7° fila, con il 13° tempo, c'era una macchina inglese di un team non grande, ma fatto di gente affidabile, la Toleman. Alla guida c’era un certo Ayrton Senna alla prima stagione in F1. In prima fila sullo schieramento di partenza ci sono la McLaren di Alain Prost e la Lotus di Nigel Mansell. Sotto una pioggia incessante questo giovane brasiliano iniziò una rimonta incredibile che lo portò al secondo posto dietro alla monoposto di Prost. La gara venne sospesa quando ancora mancano 46 giri. Nel box Toleman si festeggiava ma Senna era amareggiato, si sentiva vittima di una congiura che non lo aveva portato alla vittoria. Sarà solo il primo duello di una sfida infinita.

1987. Mansell KO nelle prove

Suzuka- Il clima in casa Williams era molto teso. Nelson Piquet era in testa al mondiale e Mansell aveva 12 punti di svantaggio a due gare dalla fine. Il duello non iniziò nemmeno perchè l'inglese, durante le prove, perse il controllo della vettura e si schiantò contro le protezioni riportando lesioni alla colonna vertebrale che lo costringono a rinunciare alle speranze iridate.

Gli Anni '90: la fine dei privati e l'elettronica

Nei primi anni novanta, le squadre introdussero diversi aiuti elettronici nella guida: le sospensioni attive, il cambio semi-automatico e il controllo di trazione. Alcune di queste innovazioni vennero introdotte sulle auto di serie. La FIA, consapevole che tanta tecnologia tendesse ad attenuare molto le abilità dei piloti, abolì l'assistenza elettronica nel 1994. Negli ultimi anni del 1900 arrivò la fine dei privati. Nomi presenti per lungo tempo, gloriosi e rispettati come Brabham e Lotus, con il passaggio di Ecclestone alla guida della serie e la scomparsa di Chapman, svanirono subito dalle griglie di partenza. La variopinta era delle piccole scuderie fondate da privati volse al termine: nomi come Larrousse, Dallara, Simtek, Pacific, e Forti non si videro più. Le ultime a chiudere i battenti furono la Jordan, Sauber, Arrows e naturalmente la Minardi che sopravvissero ancora qualche tempo. La breve notorietà della Jordan nel 1998 e nel 1999, sotto la guida di piloti di solida esperienza come lo stesso Damon Hill, Heinz-Harald Frentzen, e il fratello minore di Michael, Ralf Schumacher fu l’ultimo sussulto di orgoglio dei privatisti e non rappresentò un’autentica rinascita dello sport.

1994. Monza.

Il primo maggio si correva a Imola. Si trattò del weekend più tragico di tutta la storia della Formula 1. Nelle prove del venerdì, Barrichello uscì di pista a 220 km/h con la monoposto che si innalzò e ricadde pesantemente al suolo ma il pilota della Jordan uscì quasi incolume. Il sabato Roland Ratzenberger, esordiente pilota austriaco, perse l'ala anteriore e la sua vettura che stava viaggiando a 300 km/h andò a sbattere con una violenza inaudita. Per Roland, non ci fu nulla da fare. La domenica dopo un incidente al via tra la Lotus di Lamy e la Benetton di Lehto che scagliò tra la folla pezzi di carbonio ed anche due gomme (il bilancio fu di un centinaio di feriti) alle ore 14:17 successe l'imponderabile: Ayrton Senna era primo al volante della sua Williams e arrivato alla curva del Tamburello non riuscì a far girare la vettura che finì contro il muro esterno. La violenza dell'urto provocò una sorta di "rimbalzo" e la Williams si fermò a bordo pista. I soccorsi cercarono di fare il prima possibile ma alle ore 18:40 dall'ospedale di Bologna giungeva l'esposto ufficiale: Ayrton Senna era deceduto.

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Probabilmente il mondo perdeva in quel momento il pilota di Formula 1 più forte di sempre. In occasione della gara di Donington del 1993 Stirling Moss affermò: "Ayrton Senna, con questa gara, si è definitivamente consacrato come il più grande pilota di tutti i tempi. Dopo Fangio e Clark sarà lui, ora, la pietra di paragone per la generazione futura di piloti".

1998. Il primo titolo di Hakkinen.

Michael Schumacher su Ferrari e Mika Hakkinen su McLaren, erano in lotta per la conquista del titolo. Il sogno ferrarista finì subito perchè Schumacher fece spegnere il motore e partì dal fondo dello schieramento. Il tedesco fu autore di una fantastica rimonta che lo portò fino al secondo posto ma lo scoppio di un pneumatico lo costrinse al ritiro. Il finlandese vinse così la gara ed il suo primo meritato titolo.

Gli anni 2000: il ritorno della Ferrari

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La Ferrari domina in lungo e in largo grazie a Michael Schumacher e a una squadra incredibile. Durante l'epopea Schumi si affacciano nel mondo della Formula 1 piloti interessanti come Fernando Alonso, Lewis Hamilton, Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel che di lì a qualche anno entreranno nell'albo d'oro del Mondiale.

2000. Titolo piloti alla Ferrari dopo ventuno anni.

Michael Schumacher conquistò il suo terzo mondiale e riportò il titolo piloti alla Ferrari dopo 21 anni. L'avversario era sempre Mika Hakkinen con la McLaren. Il duello fra i due contendenti, fu meraviglioso. La scuderia di Maranello vinse dieci gare nove con Michael Schumacher (Australia, Brasile, San Marino, Europa, Canada, Belgio, Italia, U.S.A., Giappone e Malesia) e una con Rubens Barrichello (Germania).

2007. Spy Story ai danni della Rossa

La Ferrari denunciò un suo dipendente reo di aver passato informazioni tecniche alla McLaren, team in lotta per il titolo. Informazioni segrete, dati, valigette trafugate, scambi di e-mail, il tutto in pieno stile 007. I protagonisti erano Nigel Stepney, ex capo meccanico Ferrari, Mike Coughlan, capo meccanico McLaren, Fernando Alonso e Pedro de la Rosa. Se alla prima sentenza la McLaren, ritenuta colpevole di essere entrata in possesso di materiale confidenziale Ferrari, non venne sanzionata in quanto non esistevano prove che il materiale fosse stato effettivamente utilizzato dal team inglese, successivamente vennero fuori delle mail tra Alonso e de la Rosa e per questo motivo la FIA emise una nuova sentenza a sfavore della McLaren a cui vennero tolti tutti i punti del mondiale costruttori e le venne inoltre comminata una multa di 100 milioni di dollari.

2013. Il poker di Seb

Sebastian Vettel conquistò in Brasile il suo 4° titolo consecutivo di Campione del Mondo piloti. Il tedesco diventò detentore di diversi record in Formula 1, tra cui essere il più giovane pilota di Formula 1 ad aver vinto un campionato mondiale, ad aver ottenuto una pole position, ad aver ottenuto punti, a guadagnare più punti in una singola stagione (397, nel 2013, con il nuovo sistema punti a partire dal 2010), ad aver vinto un Gran Premio, ad essere salito sul podio, il record del maggior numero di pole position in una singola stagione (15, nel 2011), di Gran Premi vinti in una stagione (13, nel 2013, record condiviso con Michael Schumacher), di Gran Premi vinti consecutivamente all'interno della stessa stagione (9 nel 2013).

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