Le 5 invasioni di pista più curiose della storia della Formula 1
È assodato che durante un Gran Premio di Formula Uno attraversare la pista non è proprio una buona idea. Eppure c’è chi non la pensa così, per incoscienza, per pazzia o per mania di protagonismo c’è chi ha rischiato la vita per invadere il circuito. Dato che nessuno si è fatto male (tranne probabilmente una marmotta) ecco le 5 invasioni di pista umane e animali più curiose della storia della F1.
La protesta sindacale di Robert Sehli
La prima invasione di pista nella storia della Formula 1 avviene il 30 luglio del 2000, in occasione del 21° giro del Gran Premio di Germania sul circuito di Hockenheim. Il protagonista è il francese Robert Sehli, ex dipendente Mercedes licenziato dopo vent’anni di servizio. Il 47enne entra improvvisamente in pista per protestare in mondovisione contro il suo licenziamento cominciando a camminare sui bordi della pista in pieno rettilineo. Vista la situazione si dovette fare ricorso alla Safety Car, la quale azzera il vantaggio fin qui accumulato dalle McLaren, e consentirà all’unica Ferrari superstite di Rubens Barrichello di festeggiare la sua prima vittoria nel circus.
L’invasione del prete pazzo
Nel 2003 invece Cornelius Horan, ex prete della chiesa irlandese allontanato per deficit psichici, nel GP di Gran Bretagna a Silverstone non si limita ad attraversare la pista, ma si fa di corsa tutto il rettilineo andando incontro alle monoposto che arrivano ad alta velocità. In mano ha una bandiera e dei cartelli con scritto “Leggete la Bibbia, ha sempre ragione”, “Redimetevi” e “La fine del mondo è vicina”. Per fortuna gli uomini della sicurezza lo riescono a bloccare. Il vecchio Neal si farà qualche mese di prigione, ma questo non lo scoraggia: nel 2004 interrompe la maratona olimpica di Atene aggredendo il corridore brasiliano Vanderlei de Lima, due anni dopo viene intercettato dalla polizia prima di inscenare una nuova performance davanti allo Stadio di Berlino, durante il Mondiale tedesco. In quella occasione, se mai ce ne fosse stato bisogno, ecco la conferma della sua pazzia: braccio teso inneggiando ad Adolf Hitler.
L’unica volta in Formula 1 di Jimmy Jump
Parlando di invasioni non può assolutamente mancare lo spagnolo Jaume Marquet Cot, meglio noto come Jimmy Jump, ossia il disturbatore di eventi sportivi più famoso della storia. Tra le sue prime in carriera, l’unica apparizione in Formula 1 durante il giro di ricognizione del GP di Spagna 2004. I commissari in quell’occasione non ci misero tantissimo a fermarlo, ma le sue invasioni diventeranno routine in Liga, in Champions League, nella Copa America, al Roland Garros, e anche, in eventi non sportivi, come l’Eurovision Song Contest del 2010. Dal 2013 ha chiuso la sua “carriera” ridotto in bancarotta dalle troppe multe pagate per la sua mania di protagonismo.
Il giorno della marmotta di Davidson
Passiamo ora alle invasioni animali. Le più temute dai piloti sono quelle delle celebri marmotte canadesi, sul circuito di Montreal. L’episodio più celebre è nel Gran Premio del 2007 quando Anthony Davidson al volante di una Super Aguri sta andare a punti per la prima volta nella sua carriera in F1, per di più con una scuderia che nella sua storia di punti ne ha conquistati solo 4. Durante il trentasettesimo giro, mentre è terzo, il driver britannico centra in pieno proprio una marmotta. Ala anteriore danneggiata e rientro forzato ai box. Rientra ma ormai il suo sogno è infranto, arriverà undicesimo.
Il Drago di Singapore
Ultima in ordine cronologico è la “mostruosa” invasione di pista nel corso della terza sessione di prove libere dell’ultimo Gran Premio di Singapore. Un enorme drago di Komodo (un varano) è apparso sulla pista del circuito di Marina Bay a pochi minuti dall'inizio della sessione, attraversando il tracciato tra lo stupore dei piloti. Il più sorpreso è il giovanissimo Max Verstappen che ha subito comunicato in radio: «C'è una lucertola gigante in pista… guardate che non sto scherzando…», e via con le risate nel muretto della Red Bull.