Le cinque auto più brutte della storia
Stilare una classifica delle auto più brutte, così come per quella relativa alle più belle, non è molto semplice. Tenendo conto del fatto che il gusto dell’estetica è soggettivo e difficilmente troverà tutti d’accordo, noi ci abbiamo provato. Ecco la nostra graduatoria delle 5 auto più brutte prodotte nel nuovo millennio.
1. Ssangyong Rodius
In cima alla nostra classifica il crossover Ssangyong Rodius. La vettura prodotta dalla casa coreana nel 2004 è l’esasperazione del concetto di crossover. Una varietà di dimensioni, stili e forme che generano una grande confusione a livello estetico. E poi vista da dietro è molto evidente la somiglianza con la linea di un carro funebre. Di certo anche questo non aiuta.
2. Toyota Yaris Verso
Al secondo posto troviamo invece un’auto proveniente dal Giappone, vale a dire la Yaris Verso. Nata dalla Toyota come esperimento di monovolume “alla moda” nel 2001, e dopo l’inevitabile flop, ritirata dal mercato nel 2004. Ma nonostante la sua breve vita, la Verso ha lasciato sicuramente il segno per la sua livrea non eccezionale.
3. Pontiac Aztek
In terza posizione c’è la celebre Pontiac Aztek. L’auto che nel 2001 ha macchiato il buon nome della storica casa statunitense: di certo un marchio abituato a sfornare obbrobri tali, ma con il suo insolito design, improbabile accozzaglia di stili decisamente eterogenei, la Aztek ha stupito tutti in negativo.
4. Fiat Multipla
In quarta posizione abbiamo una rappresentante della produzione automobilistica italiana, la discussa Fiat Multipla. Diciamo subito che in questo caso non stiamo prendendo in considerazione la sua funzionalità, la sua versatilità o ancora la sua comodità, ma ci riferiamo esclusivamente al suo aspetto estetico. In quest’ultimo la Multipla difetta ampiamente: l’insolita forma e “l’originale” frontale la rendono una delle auto più brutte che abbiano mai circolato in Italia negli ultimi anni.
5. Subaru B9 Tribeca
Chiude questa flop 5 la B9 Tribeca, suv prodotto dal 2006 dalla Subaru. La casa giapponese con questo modello voleva sfidare i colossi del settore d’appartenenza, ma la sua linea molto “particolare” non è stata apprezzata dal mercato, tanto il primo restyling è stato necessario dopo soli due anni dalla sua nascita.