Linee vintage e fascino retrò, ecco la Mini che fa rivivere il mito degli anni ’60
Un grande classico dal fascino intramontabile torna a calcare la scena: si tratta della Mini – auto nata dalla mente di sir Alec Issigonis – un vero e proprio mito degli anni '60 che, grazie alla David Brown Automotive, un piccolo costruttore inglese, potrà far rivivere i fasti di un tempo a chi ha già qualche capello e farsi apprezzare dalle nuove generazioni.
La Mini Remastered, questo il nome scelto per l'auto, presenta intatte tutte le caratteristiche che l'hanno resa un oggetto di culto, a partire dalle misure: 3 metri di lunghezza, 1,4 di larghezza e 1,3 di altezza. Una fedele riedizione del modello storico, ma che si avvale della moderna tecnologia sia in fatto di prestazioni pure che di sicurezza: e così la rigidità strutturale si presenta aumentata per favorire il motore da 1.275 cc – stesso valore dell'originale – ma che può contare su un 50% di potenza in più arrivando ad accelerare fino a 145 km/h passando da 0 a 100 in 11,7 secondi. Diverse rispetto all'originale le ruote, di maggiori dimensioni, tanto da aver richiesto – come si faceva nelle Mini da corsa – il montaggio di codolini per allargare i parafanghi.
100 gli esemplari in vendita al prezzo di 50mile sterline
Se dall'esterno è praticamente impossibile distinguerla dall'antenata, è dagli interni che si nota il balzo temporale. A ricordare che siamo nel 2017 ci pensa il touch screen da 7" posizionato proprio al centro della plancia. Non certo roba per puristi delle auto d'epoca che storceranno il naso anche davanti alla connettività bluetooth, il sistema keyless e la presa usb per collegare lo smartphone e avviare Apple CarPlay e Android Auto, ma potranno rifarsi con il volante in legno, gli interruttori in alluminio e i rivestimenti in pelle cuciti a mano. Prevista in un massimo di 100 unità e in due differenti versioni – la Inspired by Café Racers e la Inspired by Monte Carlo – costerà circa 50mila sterline, l'equivalente di poco meno di 60mila euro, prezzo giustificato dalla mole di lavoro – circa 1.000 ore totali – che ogni vettura richiede.
