Lorenzo: “In Ducati per scrivere la storia” Jarvis: “Vinales? Anche altre opzioni”
Conferenza piloti della vigilia schietta e ricca di domande a Jerez, dove a tenere banco sono stati il campione del mondo in carica Jorge Lorenzo e il managing director di Yamaha, Lin Jarvis, ora che il nodo sul futuro del maiorchino è stato sciolto dall’annuncio del suo trasferimento alla Ducati. Insieme a loro, anche Marc Marquez, Andrea Dovizioso, Scott Redding e Maverick Vinales, tra quesiti di rito e commenti sulla clamorosa scelta di Lorenzo di lasciare la moto con cui ha vinto tre titoli iridati per salire in sella a una Desmosedici che ha centrato il mondiale solo nelle mani di Casey Stoner. Sostituito in conferenza dal manager della factory di Iwata, Valentino Rossi ha commentato dall’hospitality la decisione del compagno di squadra.
Marquez – Bello correre in Europa e soprattutto in Spagna. Cercheremo di continuare la striscia positiva di America e Argentina ma in Europa le cose saranno diverse. Qui la pista è un po più stretta, vedremo come riusciremo a gestire e a guidare la moto su questo tipo di pista. In ogni caso sono contento, perché sembra che in ogni gara andiamo meglio, il mio feeling con la moto è migliore e cercheremo di continuare nel modo migliore. Contro Lorenzo sarà dura, questa è una pista dove è molto forte, quindi vedremo. È una pista con più curve, quindi forse per la Yamaha è migliore, ma abbiamo anche visto che il livello è molto equilibrato. Abbiamo fatto i test a novembre, ma da allora le cose sono cambiate. Non vedo l’ora di partire domani dalle prime libere nel modo migliore. Lorenzo in Ducati? Credo che sia importante perché è uno dei piloti migliori che passa ad un altro costruttore e questa è sempre una grande opportunità e anche una nuova sfida per lui, ma vedremo. Resta ancora un anno, ma in ogni caso sarà interessante per gli altri piloti e per i fan vedere come andrà in Ducati”. In testa dopo tre gare, come ti senti? “Lo scorso anno ho imparato tante cose e ora mi sento in posizione ideale, non devo parlare di contratti e mi concentro solo sulle gare e la pista e cercherò di continuare in questa strada”.
Lorenzo – È stata una delle decisioni più importanti e difficili della mia carriera, ma è un momento ancora molto lontano, ci sono 15 gare da disputare quindi per il momento la mia concentrazione e attenzione è su questo campionato, e voglio lottare fino alla fine per vincere il mio quarto mondiale in MotoGP. Al momento sto quindi pensando a questo e alla Yamaha, ad ottenere i risultati per vincere il campionato. Abbiamo voluto risolvere questa cosa a metà stagione in modo da poterci concentrare sul presente. Da domani si tornerà a provare e per il momento il futuro è ancora molto lontano”. Lo scorso anno quella di Jerez fu la prima di quattro vittorie. “Rispetto allo scorso anno abbiamo un potenziale molto più alto, e proveremo a vincere e fare bene. Marc è molto forte, ma lo sono anch’io e mi sento in grado di lottare per la vittoria in questa gara”. Quale è stato il motivo principale che ti ha fatto decidere di andare alla Ducati, i soldi, Valentino? “Credo che ci siamo stati molti motivi, ma quello più importante è stata la mia motivazione, la sfida di cercare di vincere con un’altra moto e la sfida per me dopo così tanti anni in MotoGP di dare il mio massimo ogni giorno, perché penso di essere uno dei piloti più professionali per la concentrazione che metto nel lavoro. Sentivo di aver bisogno di una nuova sfida per continuare a lavorare sodo come ho fatto fino a ora”. Prima della decisione, hai parlato con Stoner? “No, non ho parlato con lui, ma avremo tempo in abbondanza in futuro di parlare della moto. Ho deciso senza parlare con lui”. Essere il numero uno in Ducati ha influienzato la tua decisione? “Non mi preoccupavo di essere il numero uno o il numero due, come ho sempre detto alla Yamaha. Per me era sufficiente avere lo stesso trattamento che aveva a disposizione il mio compagno, ma ovviamente potrei trovare una filosofia diversa. In Yamaha sia per i piloti ufficiali e che gli altri piloti sono importanti per lo sviluppo della moto, probabilmente in futuro avrò l’opportunità di creare la moto che mi piacerà guidare. Forse mi ascolteranno con più esclusività, saranno più concentrati su di me”. Potrai portare alcuni dei tuoi uomini del team in Ducati? “Sì, non ci siamo ancora fermati a parlarne, per tutti i piloti è importante mantenere quanti più persone possibile ma è una cosa che non dipende solo da me, quindi vedremo cosa accadrà in futuro. Sicuramente mi piacerebbe mantenere più persone possibile nei prossimi anni”. Ti aspettavi più pressione da Yamaha per convincerti a restare? “Innanzitutto mi sento molto grato con Lin e la Yamaha. Abbiamo vinto molti titoli del mondo insieme e credo che senza la Yamaha non sarei un tre volte campione del mondo MotoGP. Per questo sono molto grato ma ovviamente che loro abbiano fatto quello che sentivano e io ho fatto quello che sentivo di dover fare. Mi sono sempre sentito molto protetto da Yamaha, il materiale è sempre stato quello che mi aspettavo e, come detto, la motivazione è la grande sfida che avevo in testa. Vincere con un’altra moto e avere un’altra sfida”. Cosa ti aspetti dalla Ducati? “Sicuramente sarà molto veloce in rettilineo, questo è sicuro, ma per il resto, ad essere onesto non ci ho pensato molto. Sono concentrato sulla Yamaha, a Valencia guiderò per la prima volta la moto e quel giorno vi dirò cosa penso della Ducati”. Dopo la Ducati, la Honda? “Non penso, quando cambi, la tua idea è di restare lì. Pensavo di restare in Yamaha ma se questo non è stato possibile, la mia idea è quella di ritirarmi con questo team. Ma è ancora molto lontano”. La Ducati è qualcosa come la Ferrari, qualcosa di speciale. Questo fascino ti ha aiutato? “La Ferrari è la Ferrari e la Ducati è la Ducati, non credo ci siano similitudini. Certo, magari i fan della Ducati sono molto fedeli e si sentono come una famiglia. Non credo che le altre marche abbiano qualcosa di così forte. Onestamente credo che dovrò cercare di scrivere la storia perché cercherò di vincere con la Ducati, dove ci è riuscito soltanto Casey in passato, puoi scrivere una pagina di storia ancora più grande”. Il tuo erede in Yamaha? “Questo sia l’argomento che mi preoccupa di meno”. Rossi ha detto che ci volevano le “palle” per la Ducati, cosa pensi che diranno i fan della tua scelta? “È positivo per lo sport perché ora i tre costruttori principali e anche la Suzuki possono avere dei top rider nel team, e questo prima non succedeva. Ora tutti gli spettatori potranno avere tre top rider per tre marche diverse”. Quanto è stato importante Dall’Igna nella decisione? “Ho sempre avuto un buon rapporto con Gigi fin dai tempi della Derby, nel 2004 fino al 2007, l’anno del mio secondo titolo mondiale in 250. Ovviamente è un rapporto importante ma per me Gigi è sempre stato un genio dell’ingegneristica, sempre avuto molto successo in ogni categoria e so che la sua prossima sfida è vincere in MotoGP e l’evoluzione della moto è stata migliorativa. È una decisione rischiosa ma è un rischio calcolato”.
Dovizioso – Una partenza grandiosa in Qatar con un ottimo risultato, avevamo la possibilità di chiudere sul podio nelle prime tre gare e purtroppo dobbiamo accettare la realtà e in campionato siamo abbastanza lontani. Ma la velocità c’è e il feeling che abbiamo con la moto è abbastanza buono, stiamo ancora cercando di trovare il giusto assetto e di adattarci alle gomme, quindi si può ancora migliorare, perché abbiamo un ottimo margine. Qui a Jerez, vedremo, poi a Le Mans che sarà ancora diversa. Ma quando arrivi a queste gare con un buon feeling come avuto in queste gare è sicuramente positivo. Quando non commetti tu l’errore, non è un grosso problema. Il problema sono i punti che perdi in campionato ma non è colpa tua, non è dipeso da me, ho avuto sfortuna, ma il feeling con la moto è positivo. Lorenzo in Ducati? È piuttosto normale perché la Ducati è diventata forte, e credo che negli ultimi anni abbiamo fatto davvero un ottimo lavoro. Ora la Ducati ha avuto la possibilità di assicurarsi un campione del mondo, e questo la dice lunga sugli obiettivi della Ducati per il futuro”.
Vinales – Credo che bisogna essere abbastanza veloci per essere alla guida di moto importanti come la Yamaha o la Suzuki. Al momento sono concentrato sulla Suzuki perché abbiamo un buon potenziale e dobbiamo lavorare bene. Fin da venerdì. Ad Austin siamo partiti bene e credo che devo concentrarmi sulla partenza e cercare di fare del mio meglio, perché qui possiamo ottenere un buon risultato. Abbiamo dimostrato di migliorare ogni weekend e potremo arrivare a un buon livello nelle prossime gare”. Cosa trovi più affascinate, correre con una moto vincente o provare a scrivere una nuova era con la Suzuki? “Onestamente entrambe le cose sono incredibili, quando senti di poter avere queste due alternative è qualcosa che ho sempre sognato quando ero ragazzino. Ma di certo quello della Suzuki è un sogno molto bello, ma devono esserci dei risultati. Se non ci sono i risultati, può essere un errore. Anche andare alla Yamaha può essere una scelta molto sensata perché essere al fianco di Valentino può essere molto importante per la mia carriera, e salire in sella a una moto già vincente mi aiuterebbe a dare il 100% sulla moto”. Tutti attendono una tua decisione, cosa aspetti? “Per me devo essere sicuro perché sarà un passo che costruirà il mio futuro, devo scegliere la migliore alternativa che ho a disposizione e stiamo aspettando di capire cosa ho bisogno. In passato ho deciso con il cuore e non con la testa, e ho sempre seguito la mia strada. Certamente considero l’opinione delle persone che mi sono vicine, ma seguo sempre quello che dice la mia testa”.
Redding – Abbiamo cercato di crescere passo dopo passo, In Qatar ho fatto una buona gara però non avevamo il pacchetto giusto. In Argentina abbiamo avuto il problema con la gomma e poi in gara ho avuto una tro problema. In Texas la gara non è andata male. Magari non abbiamo spinto al massimo, di certo non è semplice ma continuiamo a lavorare. Dal mio arrivo in Pramac mi trovo bene in sella alla moto e questo ha aiutato il mio entusiasmo. Lorenzo in Ducati? È importante che i piloti importanti possano cambiare squadra. Per come la vedo io, Jorge guida in un modo molto fluido e continuo, forse la Ducati è un po’ più difficile da guidare, quindi credo che l’approccio sarà un po’ difficoltoso. Ma sono sicuro che capirà il modo di guidare la Ducati e sarà forte anche lì”.
Jarvis – Non è mai semplice perdere un pilota come Jorge ma è la sua scelta quindi è lui che decide dove andare l’anno prossimo. Sicuramente avrei preferito che fosse rimasto. Speriamo di poter chiudere la stagione nel modo in cui abbiamo affrontato tutti gli altri otto anni insieme, è stata un’esperienza molto positiva e quando si arriva alla fine di un’era è sicuramente un momento molto triste”. Sarebbe stato impossibile tenere anche Lorenzo? “Noi abbiamo fatto la nostra migliore proposta, Jorge ovviamente cercava nuovi stimoli, e credo che abbia ricevuto una proposta molto buona e probabilmente migliore della nostra, questo lo ha aiutato a prendere la sua decisione. Ora la Ducati è una moto molto buona, quindi c’è meno rischio nel decidere di cambiare e probabilmente essere il numero uno indiscusso nel suo team in futuro è qualcosa che lo ha probabilmente attratto. In Yamaha Lorenzo era uno dei due numeri uno. Questo che sia stato questo il motivo del suo cambiamento”. Chi sarà l’erede di Jorge? “Sicuramente Vinales ha mostrato le sue qualità ed è uno dei talenti più promettenti in ottica futura, è quindi un pilota che ci interessa. Ma ci sono altre opzioni che abbiamo considerato, abbiamo piloti con vari profili, e non è così semplice e lineare prendere una decisione. Ci sono parecchie complicazioni di cui tenere conto e siamo molto indaffarati, ma la cosa importante è che abbiamo un’ottima moto e un ottimo team, quindi crediamo di poter essere un pacchetto interessante e attrattivo per molti”. È una decisione che prenderà molto tempo? “Credo che marzo dell’anno prossimo sia il termine ultimo” ironizza Jarvis. “Non c’è un limite di tempo realistico. Avevamo un termine sulla proposta a Jorge che non era negativo, perché ha forzato una situazione che avrebbe potuto trascinarsi per un po’ di tempo ma al momento cercheremo di prendere il tempo giusto, l’importante sarà la scelta”. Avresti potuto fare qualcosa in più per mantenere Lorenzo, e non solo dal punto di vista economico? “Fare in più? Diciamo che abbiamo proposto il migliore pacchetto, abbiamo fatto la trattativa con il suo management, e detto loro che era il miglior programma che potevamo assemblare. Non so se avremmo potuto offrire di più, perché abbiamo due piloti molto importanti, il secondo nel campionato del mondo, Valentino Rossi, e Jorge Lorenzo che è il campione del mondo. Cambiare il nostro pacchetto di piloti non era una cosa che avevamo messo in considerazione, abbiamo avuto sempre una relazione molto corretta con Jorge, e abbiamo discusso di ogni aspetto. Riguardo a Maverick Vinales? “Al momento è… molto vicino, ma stiamo discutendo con i manager di molti piloti, quindi sarebbe troppo prematuro dire e siamo vicino o meno”. E se Lorenzo decidesse di tornare? “Non vedo alcun motivo per cui la porta non dovrebbe essere aperta in futuro, dopo nove anni ci lasceremo e tanti campionati insieme, una cosa speciale della Yamaha è che manteniamo i nostri rapporti con i nostri ex piloti per molto tempo. Non sarei sorpreso se Lorenzo dopo un po’ di tempo decidesse di tornare alla Yamaha”. Sepang ha influenzato la scelta di Lorenzo? “Quello che è successo è stato molto un qualcosa di molto sfortunato e ha influenzato fortemente la conclusione dello scorso campionato, influenzando l’atmosfera al box. Sicuramente prima di Sepang avevamo Jorge e Vale insieme da tre stagioni e mezzo e il loro rapporto andava molto bene. Certo, c’era sempre stata una forte competizione, però il team coesisteva molto bene. Dopo Sepang tutto è cambiato e questo è innegabile. Se questo sia cambiato per il modo in cui io e Yamaha abbiamo gestito la situazione, non credo. Credo sia stato il migliore possibile in queste circostanza”. Tra i piloti sotto osservazione, c’è anche Marc Marquez? “Questa è una bella domanda. Credo che sia altamente improbabile che Marc e Vale possano condividere lo stesso box lo scorso anno”. Rimpianti per aver perso il campione del mondo? “Assolutamente sì, mi sarebbe piaciuto se Jorge avesse confermato con noi altri due anni. La combinazione tra Lorenzo e M1 è una macchina vincente, sicuramente questo ci mancherà. Sono passati quasi 10 anni da quando lo abbiamo messo sotto contratto, a Monterey 2006, due anni prima del suo arrivo in Yamaha, lo ricordo molto bene, e aver trascorso tutto questo processo insieme, mi rattrista sicuramente”. Quanto sarà considerata l’opinione di Valentino? “Per ogni team è importante avere la migliore atmosfera al box ma più i piloti sono competitivi e più è difficile mantenere un’armonia perché ovviamente competono all’interno del box. L’opinione di Valentino, anche se ne abbiamo discusso con Valentino, questa è una scelta che spetta alla Yamaha. Chi condivide il box con lui, non è un qualcosa che lo riguarda particolarmente”. Cosa succederà d’ora in avanti, e in caso di test? “Per il resto della stagione la nostra missione e vincere il campionato del mondo. Cerchermo di dare a Jorge il massimo supporto paritario con Valentino. Se ci sarà un momento, come Brno, dove porteremo il prototipo della moto 2017 ma ogni pezzo che potremmo sviluppare quest’anno sarà disponibile per entrambi i piloti. Quando invece sarà un componente che non utilizzeremo solo quest’anno, l’informazione sarà ristretta solo a Valentino”.