Maltempo, auto distrutte dall’alluvione: ecco come farsi ripagare
La devastazione causata dalla forte ondata di maltempo che nelle ultime settimane si sta abbattendo sulla nostra penisola porta rabbia e disperazione per i residenti delle aree colpite che in poche ore si vedono trascinare via anni di sacrifici oltre che purtroppo, in alcuni casi, anche l’affetto dei più cari. Ripartire, per chi resta a fare i conti con i danni, è dura e riporta all’attenzione oltre che la tutela delle vite umane anche le questioni legate al risarcimento dei beni distrutti.
Il rimborso per chi è assicurato
Gli sfortunati automobilisti che hanno visto il proprio veicolo sommerso dai vortici d’acqua e fango e che avevano stipulato un’estensione della polizza assicurativa che coprisse l’auto da questo genere di rischi (eventi naturali o atmosferici) hanno le spalle coperte: per essere risarciti è necessaria la richiesta alla compagnia accompagnata da una denuncia ai carabinieri, ai vigili del fuoco o alla protezione civile che riporti il tipo di calamità che ha danneggiato la vettura (alluvione, tromba d’aria, grandine, frana) a seconda della classificazione dell’evento fatta dall’Osservatorio meteorologico.
Cosa può fare chi non è assicurato
Chi invece non aveva stipulato un’estensione della polizza assicurativa, sebbene quest’ultima abbia un costo che si aggira intorno ai 70 euro per 10.000 euro di valore assicurato, può rivolgersi a un avvocato e chiedere il rimborso al Comune per cattiva gestione delle infrastrutture. Tuttavia è difficile ottenere il risarcimento, come spiega l’avvocato Pier Paolo Montone “in circostanze straordinarie in cui ad esempio è stato chiesto lo stato di calamità naturale è complesso agire sul Comune per esclusione della responsabilità per cause di forza maggiore”.