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Marchionne: Chiusura irreversibile per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese

Secondo il numero uno di Fiat lo stabilimento non sarebbe in grado di competere con il mercato e la sua chiusura è certa.
A cura di Simonluca Pini
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sergio marchionne
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Sergio Marchionne non è il personaggio che gira intorno alle cose: quando vuole esprimere un pensiero punta dritto al "succo del discorso". Con Termini Imerese è da diversi mesi che fa capire quale sarà la sorte dello stabilimento siciliano. Nonostante interventi da parte del governo e dei sindacati la situazione non è migliorata, anzi.

"la situazione è irreversibile, lo stabilimento non è in grado di competere", ha annunciato Marchionne a Detroit intervenendo all'automotive new world congress, dopo che il suo intervento era stato interrotto da un gruppo di contestatori. Il numero di Fiat ha poi puntualizzato: " La Fiat non è un governo e non ha le sue responsabilità. Nonostante siamo il maggiore investitore in Italia non possiamo avere le responsabilità di un governo." Il problema sarebbe una sovraproduzione rispetto al reale assorbimento sul mercato: "la nostra azienda ha la capacità di produrre circa 94 milioni di vetture, circa 30 milioni in più di quante se ne vendono. Il settore automobilistico è l'unico a non aver razionalizzato la produzione nonostante un terzo di questo disavanzo arrivi dal vecchio continente. Lo scorso anno l'Europa ha utilizzato circa il 75% della propria capacità e quest'anno potrebbe scendere al 65%. il motivo è semplice: i costruttori non chiudono gli impianti. L'ultimo impianto ha chiudere in Europa ha smesso la produzione prima della seconda guerra mondiale. Questo perchè dal trattato di Roma i governi sono diventate le infermiere delle case fornendo sempre aiuti. " Marchionne però loda i governi sulla forma di tutela dell'impiego ma non si possono forzare le aziende a tenere aperti impianti non produttivi.  Secondo il manager anche l'orgoglio è fondamentale: "l'orgoglio nazionale può essere motivante e virtuoso".

"la differenza tra orgoglio e vanità è che una merita gli onori e l'altra li riceve" ha detto Marchionne citando Aristotele. "Così dovrebbe essere per la nosta azienda. La fiat ha dato il benvenuto all'orgoglio della nostra rinascita, perchè era genuino. Ma le case automobilistiche non meritano l'orgoglio dei loro governi se questi le trattano come società deboli che richiedono assistenza continua: le società saranno motivo di orgoglio se sapranno stare in piedi sulle loro gambe in maniera autonoma e competere."

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