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Marchionne: “Fiat sarebbe già fallita se fosse rimasta come era un tempo”

L’amministratore delegato di Fiat è intervenuto all’assemblea degli industriali fiorentini. “Serve uno scatto d’orgoglio per l’Italia”.
A cura di Redazione Motori
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E' periodico, ma evidentemente necessario: Sergio Marchionne ha precisato di recente che il Lingotto "Non chiuderà gli stabilimenti in Italia". L'amministratore delegato della Fiat l'ha ripetuto oggi intervenendo all'assemblea degli industriali fiorentini, aggiungendo anche che l'azienda ha dovuto cambiare drasticamente politica rispetto al passato e, ciononostante, si trova tutt'oggi a dover affrontare i pregiudizi del mercato. Del resto, sostiene Marchionne, "Se fosse rimasta la Fiat di una volta avremmo già portato i libri in tribunale da un pezzo".

Un fallimento che, secondo il manager italo-canadese, è stato evitato grazie ad un cambio di strategia che ha l'obiettivo di far superare a Fiat "un isolamento che l’avrebbe danneggiata". Eppure, nonostante l'impegno profuso, "Fiat non è più quella del 2004, ma è considerata ancora una azienda italiana che si porta dietro tutti i pregiudizi, come quelli sulla qualità dei prodotti e quello di vivere alle spalle dello Stato conaiuti pubblici". Tornando sul piano circa l'Italia, Marchionne ha ribadito che Fiat "ha creato lavoro e benessere e continuare a investire e credere nell'Italia". "Non chiuderemo nessuno stabilimento in Italia – conferma ancora l'ad della Fiat – serve uno scatto di orgoglio, uno sforzo collettivo, una specie di patto sociale, chiamatelo piano Marshall per l’Italia o come volete. Un piano di coesione nazionale per la ripresa economica".

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