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Marchionne: “Non ci arrendiamo, vogliamo giocarci le nostre carte fino alla fine”

Il presidente della Rossa: “L’obiettivo è provare a mantenere in vita le speranze in chiave campionato, arrivare ad Abu Dhabi ancora in corsa sarebbe un ottimo traguardo” ha ribadito appena arrivato ad Austin per assistere al Gran Premio degli Stati Uniti.
A cura di Matteo Vana
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Il presidente della Ferrari Sergio Marchionne - Getty Images
Il presidente della Ferrari Sergio Marchionne – Getty Images

Quella di Austin è una delle ultime chance, per Sebastian Vettel e la Ferrari, per non abbandonare il sogno mondiale: le ultime prestazioni, con l'incidente di Singapore e i problemi avuti in Malesia prima e in Giappone poi, hano compromesso in maniera decisiva il cammino del tedesco di Maranello che ora si trova a dover recuperare 59 punti a Lewis Hamilton in appena 4 gare.

La Ferrari non getta la spugna

Una missione quasi impossibile quella del pilota della Ferrari che già ad Austin potrebbe vedere il suo rivale laurearsi campione del mondo: l'obiettivo è quello di rimandare la festa del britannico, vincendo e accorciando così il divario sperando che qualche pilota riesca ad inserirsi tra lui e quello della Mercedes. Negli Gran Premio degli Stati Uniti, però, il tedesco potrà contare su un tifoso in più, il presidente Sergio Marchionne, giunto in circuito per seguire da vicino i progressi della SF70H.

L'obiettivo è provare a mantenere in vita le speranze in chiave campionato. In questo momento è importante garantire il massimo sostegno e guardare avanti. Non ci attende un'impresa facile, le possibilità sono ovviamente minori del 50%, ma la Ferrari non si può arrendere – ha ribadito il numero uno della Rossa ai cronisti presenti sul circuito -. Abbiamo avuto una macchina eccezionale dall'inizio della stagione, poi ci sono stati i disguidi che hanno determinato il ritardo che abbiamo oggi nella classifica di campionato, ma vogliamo provare a recuperare; arrivare ad Abu Dhabi ancora in corsa sarebbe un ottimo traguardo.

La differenza rispetto al passato è che oggi vogliamo giocarci le nostre carte fino alla fine, dobbiamo concludere al meglio il 2017. La squadra è arrivata qui, questo gruppo di persone ha ottenuto risultati importanti, poi c’è stato qualche errore, ma se lo scorso anno avessi detto che nel 2017 saremmo stati in grado di lottare per il titolo sarei stato deriso. Sebastian sa di aver fatto delle cavolate, così come alcune sono state fatte dalla scuderia – ha concluso –  quindi distribuiamo le responsabilità in parti uguali. Ma se non fossero stati fatti errori oggi non saremmo qui a chiederci di chi è la colpa.

Nonostante il gap dalla Mercedes c'è fiducia all'interno della Ferrari. Riportare il titolo mondiale a Maranello nel 2017 sembra ormai un'impresa titanica, ma la sensazione è che le basi per vivere un 2018 da protagonisti ci siano tutte. A 4 gare dalla fine il presidente Marchionne non ha ancora gettato la spugna, fino a che ci sarà una minima speranza di conquistare il mondiale non lo farà neanche Sebastian Vettel.

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