Marquez da incubo: inizio peggiore solo nel 2015 ma può ancora riscrivere la storia
La carriera di Marc Marquez in MotoGP fino ad ora è stata incredibile. Tanti titoli iridati, tanti record di precocità (e non solo) inanellati in pochissimi anni e una costanza di risultati che lo ha portato a scrivere il proprio nome ad appena 24 anni nel gotha del motociclismo. Ma per lui questa stagione non sembra esser cominciata nel migliore dei modi e adesso, dopo sette gare, si trova in un limbo paradossale tra la peggior stagione di sempre e quella rimonta che riscriverebbe la sua storia nella nel Motomondiale.
Il più giovane campione della MotoGP
Il catalano classe ’93, arrivato nella classe regina nella stagione 2013 dopo aver conquistato il titolo sia in 125cc (2010) che in Moto2 (2012), ha subito stupito tutti centrando l’iride più prestigioso del Motomondiale al primo colpo. Per quanto vincitore in un minor numero di occasioni rispetto al connazionale Jorge Lorenzo (6 successi per el Cabronçito contro gli 8 del maiorchino), è riuscito a stare davanti nella classifica finale grazie ai piazzamenti sul podio ottenuti in tutte le gare in cui ha tagliato il traguardo diventando così il più giovane campione del mondo della storia classe regina, strappando il primato allo statunitense Freddie Spencer.
La conferma con tanto di record
Il centauro di Cervera l’anno seguente ha poi dimostrato ancora di più il suo valore, battendo numerosi record della MotoGP in seguito ad una serie stratosferica di vittorie consecutive nei primi 10 Gran Premi della stagione con cui ha messo un’ipoteca sul secondo titolo di fila nella classe regina già ad agosto nonostante un agguerrito Valentino Rossi abbia tentato di mettere in discussione il back-to-back del catalano fino alla fine.
Tra cadute, ritiri e polemiche: un 2015 da dimenticare
La stagione del 2015 non è positiva come le precedenti, è stata infatti la peggiore tra quelle fin qui disputate da Marc: su 18 prove si impone “solo” in 5 occasioni (Austin, Germania, Indianapolis, San Marino e Australia) collezionando però anche 6 ritiri che lo costringono a dover abbandonare molto presto la lotta per il titolo. Sarà comunque protagonista in pista e, soprattutto, delle tante polemiche: nel GP d'Argentina ha una collisione con Rossi a pochi giri dal termine, cosa che si ripete poi pure nel GP della Malesia; in entrambi i casi tanti gli strascichi polemici. Nella gara conclusiva a Valencia giunge secondo dietro al vincitore Jorge Lorenzo senza mai attaccarlo e beccandosi le accuse di aver favorito il connazionale rispetto al centauro italiano. El Cabronçito si rifarà poi nella stagione successiva centrando il suo quinto Mondiale grazie a cinque vittorie e, soprattutto, ad una regolarità di risultati migliore degli avversari e colleziona un solo ritiro in occasione del GP d'Australia.
Il paradosso: peggior stagione di sempre o entrare nella leggenda?
Quello di quest’anno rischia però di essere il campionato peggiore disputato da Marquez “tra i grandi”. Infatti, dopo sette gare ha ottenuto solo un successo (nel “suo” GP delle Americhe) e due secondi posti, accompagnati però da due ritiri (Argentina e Francia) e altrettante prestazioni che lo hanno fatto finire fuori dal podio (4° in Qatar e 6° al Mugello). Risultati dunque simili a quelli ottenuti nel 2015 (dove nei primi 7 Gran Premi le corse in cui non riuscì a tagliare il traguardo furono però 3) che lasciano presagire ad una seconda parte di stagione molto complicata, almeno per quel che riguarda le chance di conquistare nuovamente il titolo iridato. Mai, difatti, il fenomeno catalano è riuscito a conquistare lo scettro, neanche nelle classi inferiori, dopo aver raccolto così poco in termine di successi e di punti nelle sette gare che aprono la stagione. Adesso i punti di distacco dal leader provvisorio, Maverick Vinales, sono 23. Un gap che il campione del mondo in carica ha tutto il tempo per colmare dato che mancano ancora 11 Gran Premi al termine di questa stagione e non sembra esserci nessuno in grado di “ammazzare” il campionato. Marc Marquez si trova dunque ad un bivio paradossale: vincere il titolo in rimonta riscrivendo la storia della MotoGP o mettere a referto la peggiore stagione della sua carriera nel Motomondiale. Ecco dove sta per lui la sottile linea di confine tra il trionfo e il fallimento.