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Marussia, annullata l’asta per la vendita delle strutture

La scuderia di Banbury ha cancellato l’asta che il curatore fallimentare aveva programmato per mercoledì.
A cura di Vito Lamorte
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Dopo le voci che davano mercoledì come termine ultimo per il futuro della Marussia, oggi sembra che le cose siano cambiate. La scuderia di Banbury ha cancellato l'asta che il curatore fallimentare del team russo aveva programmato per mercoledì, vendere le infrastrutture delle squadra, dopo che Gene Haas aveva già comprato la sede della factory. Pare che l'asta on-line è stata annullata senza una vera motivazione e subito la notizia sarebbe stata interpretata positivamente da parte dei commentatori inglesi che sperano si sia fatto avanti qualche acquirente in extremis con la volontà di salvare la squadra di Formula 1 che nel 2014 ha conquistato il nono posto nel mondiale Costruttori grazie ai punti di Jules Bianchi a Monte Carlo.

La Marussia ha accumulato quaranta milioni di debiti, di cui 16 spettano alla Ferrari per la fornitura dei motori, 9 alla McLaren per l'utilizzo del simulatore e della galleria del vento, 1 alla Pirelli per gli pneumatici, 600 mila andrebbero all’ex pilota Timo Glock senza dimenticare i soldi che devono ad altre società come la FIA o la FOM.

Il team manager della Marussia, Graeme Lowdon, pare abbia ritrovato il sorriso perché con la cessione di mercoledì il team sarebbe morto, tutto il materiale da corsa sarebbe stato messo in vendita e non ci sarebbe più stato modo di dare una continuità alla struttura che la FIA ha inserito nell'elenco degli iscritti come Manor. Adesso cosa succederà?

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