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Max Biaggi, battaglia col Fisco: la Cassazione dà ragione all’ex campione

La Suprema Corte ha ordinato ai giudici di merito di riformulare la decisione sui debiti fiscali relativa all’evasione fiscale per l’anno 2003.
A cura di Valeria Aiello
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Max Biaggi / Getty
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Max Biaggi vince in Cassazione contro il Fisco: la Suprema Corte ha accolto il ricorso presentato dall’ex campione di motociclismo contro la sentenza della Commissione Tributaria del Lazio che nel 2010 condannava il campione romano al pagamento di pesanti cartelle esattoriali relative all’evasione delle imposte per l’anno 2003. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che aderendo allo scudo fiscale per l’anno 2001 per regolarizzare le sue attività all’estero, Biaggi provasse che residenza nel Principato di Monaco fosse fittizia. La Cassazione, con sentenza 19484/2016 ha obiettato questa interpretazione, sentenziando che “l’adesione allo scudo fiscale non prova la residenza fittizia all’estero poiché il contribuente può comunque produrre prova contraria per superare la presunzione prevista per legge” e ordinando ai giudici di merito di riformulare diversamente la decisione sui debiti fiscali di Biaggi.

La sentenza che condannava il romano è quindi stata annullata, per una nuova motivazione. A differenza di altri campioni come Valentino Rossi che hanno chiuso la battaglia contro il fisco con accordi extragiudiziali, l’ex iridato di 250cc e Superbike continua la sua guerra attraverso i suoi legali. "Ero consapevole della mia innocenza quindi mi sono semplicemente difeso fino in fondo – è stato il commento di Biaggi.

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