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Maxime Berger non è morto, il pilota in condizioni critiche all’ospedale di Digione

Il transalpino ex campione della Superstock 600 è vivo ma in coma dopo un presunto tentativo di suicidio. L’ex manager Favero: “Rispettiamo questo momento di dolore”.
A cura di Valeria Aiello
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Maxime Berger, 28 aani /GettyImages
Maxime Berger, 28 aani /GettyImages

Vivo anche se in condizioni critiche: diversi media nelle ultime ore hanno diffuso la notizia della presunta morte di Maxime Berger, ex pilota francese della Superbike, citando come fonte una sua cara amica ed ex manager, Cris Favero. La stessa Favero a smentire le informazioni circolate in rete in una giornata complicata per le polemiche contro Valentino Rossi dopo l’incidente di giovedì pomeriggio durante un allenamento di enduro che, di fatto, hanno oscurato il dramma vissuto dalla famiglia Berger.

Favero: "Rispettiamo questo momento di dolore"

Ricoverato in un ospedale di Digione in seguito a un presunto tentativo di suicidio, Maxime Berger resta in condizioni di critiche. Ci sarebbero poche speranze, tuttavia come puntualizzato dall’ex manager, le notizie diffuse nelle ultime ore sono false. “Scrivo per smentire quanto diffuso sul web riguardo alla morte di Maxime Berger (e diffido chiunque abbia detto o scritto che l’ho annunciato io). Rimangono stabili le sue condizioni cliniche; vi prego di rispettare questo momento di dolore e di non pubblicare notizie false – ha fatto sapere Cris Favero attraverso il suo profilo Facebook.

Condizioni critiche

Ad ogni modo, secondo i medici ci sarebbero poche speranze. Media francesi riportano di una situazione molto delicata e di un quadro clinico preoccupante. In seguito a un presunto tentativo di suicidio, Berger era giunto in ospedale in gravi condizioni. Non note le circostante e i motivi che lo avrebbero spinto al gesto. Nato a Digione 28 anni fa, Berger aveva debuttato nel in Superbike nel 2011 in sella alla Ducati 1098R del team Supersonic Racing e prima dell’esordio nel campionato delle derivate di serie, si era laureato campione 2007 nell’europeo Superstock 600 e viceiridato nel 2008 e nel 2010 nel mondiale Superstock 1000. In Superbike, tra il 2011 e 2012, ha chiuso 16° in generale, e nel 2013 era passato al mondiale Endurance.

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