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Mazzola, ex ingegnere Ferrari: “Schumacher stupito dai tempi di Rossi con il Cavallino”

L’ex ingegnere, che lavorò in Ferrari dal 1988 al 2009, ricorda l’esperienza del Dottore: “Al primo test Valentino fece una decina di testacoda, all’ultimo faceva dei tempi incredibili e ricordo che Michael Schumacher aveva uno sguardo attonito, quasi incredulo”.
A cura di Matteo Vana
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Valentino Rossi ai tempi del test con Ferrari - Getty images
Valentino Rossi ai tempi del test con Ferrari – Getty images

Quello delle due e delle quattro ruote sono due realtà che sembrano essere destinate a non incontrarsi: capita, a volte, però, che alcuni piloti decidano di provare a fare il grande salto. Il più famoso di essi fu John Surtees, campione del mondo prima con le moto e poi con le auto; l' "Eroe dei due mondi" rimane ad oggi l'unico ad aver vinto in entrambe le categorie ma a seguire l'esempio dell'inglese poteva essere anche Valentino Rossi.

Il pesarese stupì anche Schumacher

Il Dottore, infatti, tra il 2005 e il 2009, svolse diversi test al volante di una monoposto Ferrari e, come lui stesso ha riconosciuto, stava valutando la possibilità di lasciare la MotoGP per approdare in Formula 1. Il campione di Tavullia, poi, decise di proseguire la sua avventura con le moto accantonando l'idea del grande salto; a convincerlo, però, non fu certo la mancanza di competitività dimostrata: a raccontarlo, su Facebook, è l'ingegner Luigi Mazzola, che lavorò in Ferrari dal 1988 al 2009, sottolineando come anche un campione del calibro di Michael Schumacher rimase stupito dai tempi del pesarese: "Non ricordo esattamente quanti test facemmo con Valentino Rossi in Ferrari, di sicuro almeno sette. Al primo Valentino entrò in pista e fece una decina di testacoda, all'ultimo faceva dei tempi incredibili e ricordo che Michael Schumacher, che era con me in telemetria, aveva uno sguardo attonito, quasi incredulo" sono state le sue parole.

Sono passati ormai quasi dieci anni da quei test, ma il ricordo di Rossi al volante del Cavallino è ancora intatto; l'attuale numero 46 della Yamaha dimostrò ai tecnici di essere in grado di fare la differenza non solo con le due, ma anche con le quattro ruote. Alla fine il passaggio in Ferrari non si concluse, Rossi preferì continuare a dimostrare il proprio talento con le moto, terreno che già conosceva ampiamente. Quella in Formula 1 è stata solo una parentesi per il pilota di Tavullia, un amore mai nato che però sarebbe potuto diventare leggenda.

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