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McLaren, crisi senza fine: Vandoorne penalizzato di 15 posizioni in griglia

Il belga è stato costretto a ricorrere al quinto componente in quattro gare e, come previsto dal regolamento, sarà costretto a scontare la penalità sulla griglia di partenza del GP di Russia.
A cura di Matteo Vana
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Stoffel Vandoorne - Getty Images
Stoffel Vandoorne – Getty Images

Piove sul bagnato in casa McLaren: la scuderia di Woking continua a soffrire di scarsa affidabilità e, anche nelle prove libere in Russia, la power unit ha manifestato i soliti problemi. Stavolta è toccato a Stoffel Vandoorne, già rimasto a piedi in Bahrain, dove non era riuscito neanche a prendere il via: a tradire il pilota belga, già nella prima sessione, è stata l'MGU-H.

Ancora problemi alla power unit

I meccanici della McLaren, a quel punto, vista l'impossibilità di trasportare i pezzi buoni sulla nuova componente hanno deciso di sostituire l'intera unità motrice per permettere a Vandoorne di disputare la seconda sessione di prove libere in tranquillità. Una mossa che, però, costerà al belga una penalità di 15 posizioni in griglia: l'unità usata, infatti, è la quinta in appena quattro gare e questo, come previsto dal regolamento, ha portato alla penalizzazione. Una crisi, quella della McLaren, che non sembra conoscere fine: l'unica occasione in cui la MCL32 non ha accusato problemi è stato nei test in Bahrain quando, tra lo stupore generale, la scuderia di Woking era riuscita a mettere insieme 81 giri senza nessun tipo di problema.

Vandoorne è il primo pilota a subire la penalizzazione per avere superato il numero massimo di componenti in questo campionato e, viste le scarse prestazioni fornite fino a qui dalla monoposto sarà costretto a partire dal fondo dello schieramento. A poco sono serviti gli aggiornamenti del motore fatti esordire proprio in Russia, il problema principale del team anglo-giapponese risiede nell'affidabilità: siamo solo alla quarta gara del mondiale, serve invertire la rotta. Il lavoro da fare sulla nuova monoposto è molto, i sogni di gloria della Honda, che pure aveva provato a fissare obiettivi ambiziosi, dovranno essere riposti nel cassetto: in Formula 1, senza affidabilità, è difficile andare lontano.

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