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Mercato automobilistico americano, nel 2010 Fiat a gonfie vele

Il Gruppo Fiat se in Italia stenta a trovare stabilità, nella terra di zio Sam, invece, viaggia spedita. La cura Marchionne sembra funzionare, almeno in parte.
A cura di Eugenio Tinto
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In America le cose vanno molto meglio che in Italia, nella terra del liberalismo spinto il mercato auto fa dormire sonni tranquilli ai grandi Costruttori che investono milioni di dollari pur di non perdere quote di mercato. Un esempio è la Toyota che dopo aver perso milioni di dollari nella brutta vicenda legati ai richiami di auto è corsa subito ai ripari per ritornare di nuovo sulla cresta del mercato. Lì o si è dentro o si è fuori.

La società di ricerca J.D. ha alzato le stime a 11,7 milioni di unità immatricolate rispetto alla precedente stima che si fermava sugli 11,5 milioni di autovetture, tutto questo a causa dei progressi avuti nelle immatricolazioni nelle prime due settimane di marzo. Sempre secondo la J.D.Power i mercato dell’auto negli Stati Uniti per la fine del mese di marzo dovrebbe arrivare a 12 milioni di veicoli immatricolati su base annualizzata.

La Fiat dal canto suo ha annunciato che in Brasile, entro la fine di maggio, verranno assunti 1.000 nuovi operai, attualmente sono 14.000 gli addetti che il Lingotto impiega nel suo stabilimento carioca. Con l’aumento del personale il Gruppo Fiat spera di poter aumentare la produzione di auto del 6,5% pari a 190 pezzi al giorno. Tra il 2008 e il 2009 il Lingotto ha prodotto 3,1 milioni di unità divenendo di fatto il primo costruttore in Brasile, a discapito di Volkswagen.

Gli esperti prevedono che il mercato dell’auto in Brasile quest’anno possa avere un rialzo del 5%. Il gruppo Fiat nel solo mese di marzo ha registrato immatricolazioni per 24.580 unità pari al 23,37% della quota di mercato. Un andamento migliore del mese di febbraio, mese nel quale la quota di mercato si è fermata sul 23,26%.

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