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Microcar sotto accusa: sono auto e non scooter

Dopo una serie di incidenti avvenuti nel Lazio, le microcar tornano sul banco degli imputati. C’è chi vorrebbe equipararle alle auto e non agli scooter.
A cura di Eugenio Tinto
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microcar sicurezza stradale

Due ragazzi sono rimasti coinvolti in due distinti incidenti mortali ad appena quarantotto ore di distanza l’uno dall’altro, erano a bordo delle loro microcar. Questi due disastri, che son costati la vita a due ragazzi al di sotto della maggiore età, ha sollevato di nuovo la polemica intorno a questi mezzi: le microcar. C’è chi vorrebbe eliminarle dalla circolazione, almeno nei centri storici come alcuni sindaci, c’è chi vorrebbe che fossero paragonate a delle vere e proprie automobili e c’è chi, invece, ritiene che questi mezzi sono assolutamente identici agli scooter a due ruote.

Il dibattito è aperto sulla sicurezza offerta dalle microcar. Restando alle caratteristiche tecniche queste vetture sono del tutto e per tutto uguali agli scooter, in quanto le microcar non sono composte di una scocca portante ma da un elementare telaio in tubi rivestito di pannelli in plastica, esattamente come i ciclomotori. Il peso a norma di legge si aggira tra i 350 e i 400 kg mentre i limiti di velocità sono molto severi: max 45 km/h.

A parlar bene delle microcar è il presidente del Gruppo Quadricili di Confindustria di Confindustria Ancma, Stefano Casalini: “I problemi nascono dal fatto che si continuano a paragonarli alle auto. Ma le microcar sono ciclomotori, solo molto più sicuri: io li definisco "scooter con il casco integrale", che in questo caso non protegge solo la testa ma tutto il corpo”.

Al momento qualcosa si sta muovendo come spiega il Presidente della Commissione Trasporti, Mario Valducci: “Riguardo le “macchinette”, le modifiche che abbiamo apportato al codice della strada prevedono norme più stringenti per il conseguimento della patente per i ciclomotori e dunque anche per i quadricicli. Abbiamo previsto delle lezioni teoriche sul funzionamento dei ciclomotori in caso di emergenza e un'approfondita attività di formazione. E' il massimo che si poteva fare per disciplinare questo settore che è fortemente vincolato da normative comunitarie. Ora ci aspettiamo che il Senato liberi il testo che gli abbiamo mandato ormai 9 mesi fa”.

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