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Mission impossible per Marchionne con l’operazione Chrysler

Secondo gli analisti di Bloomberg, il lavoro di Marchionne per rilanciare la marca americana sarà più complicato del previsto.
A cura di Simonluca Pini
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fiat

Brutte notizie per il rilancio di Chrysler messo in piedi da Fiat e in particolar modo dal suo A.D Sergio Marchionne. Ad evidenziare le difficoltà dell'operazione non è una casa rivale ma una delle società di analisi del mercato più quotate al mondo. Secondo gli esperti di Bloomberg lo "stato di salute" di Chrysler non è tale da permettere una rapida ripresa. Bruciando ancora liquidità, con poche possibilità di investire ma soprattutto zero modelli in uscita a breve, si capisce come Marchionne e il suo staff dovranno lavorare giorno e notte per risollevare le sorti della casa di Detroit.

L'ex proprietà di Crysler,il gruppo Cerberus, aveva cancellato tutti i programmi per i nuovi modelli tranne per Jeep Grand Cherokee e Chrysler 300 c: con questi due modelli si ipotizzano delle vendite sui 100.000 pezzi annui. Aggiungendo le vetture lanciate da Fiat (pronte nel giro di 15/18 mesi secondo i nuovi stardard torinesi) le prospettive per la casa americana si fanno più rosee.

A difesa dell'operazione italo-americana  ci sono due fattori da non dimenticare. Il primo è la richiesta fatta da Marchionne, insieme al boss di Ford Europa John Fleming, durante il salone di Francoforte, ai governi europei sul prosieguo degli incentivi per la rottamazione nel 2010. La seconda è probabilmente ancora più importante: le situazioni dove gli analisti hanno completamente sbagliato non sono rare. Secondo molti "esperti" Marchionne non sarebbe mai riuscito a salvare Fiat.. e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

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