Montezemolo e Piero Ferrari: “Schumacher resta nel nostro cuore”
Il 29 dicembre di due anni fa a Meribel era una splendida giornata di sole e nessuno avrebbe pensato che a distanza di tempo l'avremmo ricordato soltanto per l'incidente che vide protagonista Michael Schumacher sulle Alpi francesi. Il sette volte campione del mondo entrò in un tunnel di sofferenza e dopo 730 giorni non si vede ancora la fine: non si hanno notizie sullo stato di salute del Kaiser mentre si continuano a rincorrere le speculazioni. A parlare di Michael Schumacher a distanza di due anni dall'incidente sono Luca Cordero di Montezemolo e Piero Ferrari. L'ex presidente della Ferrari portò il tedesco a Maranello insieme a Jean Todt vent'anni fa ed è costantemente informato sulle condizioni del sette volte campione del mondo: "Rivivo quel dramma con grande tristezza, sono vicino a Corinna, Mick e Gina Maria. Anche il 3 gennaio (giorno del 47esimo compleanno di Schumi) telefonerò a Corinna. Ma seppure con questa grande tristezza, continuo a credere in un miracolo e intanto conservo nella mente i momenti dei nostri trionfi". Montezemolo per ricordare i momenti belli vissuti insieme a Schumacher e sceglie due situazioni: "La prima è legata al trionfo in Giappone nel 2000, quando dopo tanti anni riconquistammo il Mondiale; la seconda ad un pomeriggio di fine ottobre 2006, quando a Monza, con le lacrime agli occhi, vedemmo Schumacher scendere per l'ultima volta da una Ferrari di F1". L'unico rammarico riguardo alla carriera di Schumacher è stato il ritorno alle corse nel 2010 con la Mercedes: "Ci rimasi male anche perché fu il frutto del test del Mugello, quando speravo potesse sostituire Massa (infortunato). Però se fossi riuscito a far passare la proposta della terza macchina, l'avrei destinata a lui".
Piero Ferrari: "Ci regalò un lungo ciclo vincente"
Piero Ferrari, figlio di Enzo, parlando di Michael Schumacher ricorda il Gran Premio d'Italia del 2000: "Schumi quel giorno vinse e, in qualità di presidente della Csai, c'ero anch'io sul podio per le premiazioni. Si sorprese: ‘Che ci fai tu qui?'. Ci mettemmo a ridere. Michael è stato tassello fondamentale di un ciclo vincente che è continuato anche dopo di lui, come testimoniano il titolo di Raikkonen nel 2007 e quello sfiorato da Massa nel 2008. Merito di una grande macchina che aveva contribuito a sviluppare. Arrivò da noi da vincente (aveva appena conquistato due titoli con la Benetton) ma sapeva di approdare in una scuderia speciale. È triste pensare che si possa trovare in una simile condizione, non avrei mai immaginato che la sorte potesse riservagli qualcosa di simile".