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Monza ’98, Schumi e Irvine riportano la Rossa al trionfo in casa

A distanza di 10 anni dall’ultima volta il tedesco e il britannico ottengono una storica doppietta nel Gran Premio d’Italia battendo le McLaren di Mika Hakkinen e David Coulthard e riportando il Cavallino Rampante di nuovo in corsa per entrambi i titoli iridati.
A cura di Michele Mazzeo
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Schumacher Irvine 1998

Il GP d’Italia da sempre ha un significato particolare per la Ferrari, è da considerarsi infatti il Gran Premio di casa. Per la scuderia di Maranello ottenere dunque la vittoria sull’Autodromo di Monza assume un valore maggiore. Ma l’apoteosi è stato raggiunto solamente 8 volte nelle quali le Rosse hanno conquistato sia la prima che la seconda piazza. Una di queste, tra le più importanti, è quella del 13 settembre 1998.

Schumi vs Hakkinen: lotta per il titolo

In quella stagione il Gran Premio d’Italia fu il quattordicesimo appuntamento del Campionato Mondiale e in lotta per il titolo c’erano il pilota della McLaren Mika Hakkinen e quello della Ferrari Michael Schumacher, con il finlandese davanti al tedesco di 7 punti. Sull’autodromo di Monza in qualifica le McLaren pagarono il diluvio del sabato mattina, come era già successo a Zeltweg, riuscendo a chiudere solo in terza (Hakkinen) e quarta (Coulthard) alle spalle del poleman Michael Schumacher e dell'ex campione del Mondo Jacques Villeneuve.

McLaren: partenza bruciante

Ma in gara tutto venne immediatamente rimescolato: le due McLaren e Eddie Irvine con l’altra Ferrari partirono forte riuscendo così a sopravanzare i due piloti scattati dalla prima fila che finirono al quarto e quinto posto, con Schumi che alla variante della Roggia infilò Villeneuve portandosi alle spalle del compagno di scuderia, che dopo poco lo fece passare per lanciarsi all’inseguimento delle due frecce d’argento. La stessa cosa accadde nel team britannico con Häkkinen che, non riuscendo a reggere il ritmo, fece passare lo scozzese che prese subito il largo.

Le Rosse approfittano dei problemi delle Frecce d’Argento

Coulthard condusse la gara fino al 17° giro passaggio quando il motore Mercedes della sua McLaren lo abbandonò. Di ciò ne approfittò Schumi che sfruttò un’incertezza del finlandese per superarlo e portarsi al comando.  Dopo le fermate ai box il ferrarista conduceva davanti ad Häkkinen, Irvine e il fratello Ralf Schumacher, ma con il vantaggio sul secondo posto che si riduceva di giro in giro, tant’è che alla quarantacinquesima tornata lo scandinavo centra il giro più veloce portandosi a soli 2 secondi dal leader della corsa. Ma nel giro seguente, rimasto senza freni, fu autore di uno spaventoso testacoda, dopo il quale riuscì però a ripartire girando però su tempi molto alti che permisero prima ad Irvine e poi anche a Ralf Schumacher di scavalcarlo prima del traguardo.

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Una doppietta Ferrari attesa 10 anni

Michael Schumacher vinse dunque il Gran premio d'Italia fra il tripudio dei tifosi davanti all'altra Ferrari di Irvine, con il fratello Ralf terzo. Una doppietta del Cavallino Rampante che non si vedeva sul circuito di casa da 10 anni prima, quando, nel 1988, Berger e Alboreto riuscirono a interrompere lo strapotere delle McLaren di Senna e Prost. Grazie a questa vittoria il campione di Hurt si portò ad 80 punti raggiungendo in testa alla classifica Mika Hakkinen mentre la Ferrari riuscì ad accorciare le distanze dalla scuderia britannica nella lotta per il titolo costruttori.

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