Morte Hayden, per la perizia decisiva la velocità dell’auto
Lo scorso 17 maggio Nicky Hayden è rimasto vittima di un incidente: il pilota americano, che si stava allenando in bicicletta per le strade di Misano, è stato travolto da una Peugeot 206 che lo sbalzato sul cofano dell'auto prima di farlo ripiombare a terra. Trasportato all'ospedale Bufalini di Cesena in condizioni gravissime, i medici che lo avevano in cura hanno cercato di fare il possibile per salvarlo, ma i danni riportati sono stati fatali al campione del mondo 2006 che il 22 maggio è deceduto.
All'automobilista viene contestato il reato di omicidio stradale
Sull'incidente la Procura della Repubblica di Rimini, come riportato dal Resto del Carlino, ha aperto un fascicolo e il consulente Orlando Omicini, incaricato dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, di analizzare l'ipotesi di evitabilità del sinistro è giunto alla conclusione secondo la quale se l'auto avesse rispettato i limiti di 50km/h "sia reagendo e frenando, sia continuando a velocità costante, l'incidente sarebbe stato interamente evitato". La Procura, dunque, ha notificato il 415 bis a conclusione indagine agli avvocati difensori; alll'automobilista, un 30enne di Misano, viene contestato l'omicidio stradale "perché, in concorso di cause indipendenti con la condotta colposa del ciclista ne cagionava la morte per colpa consistita in negligenza ed imprudenza – non avendo mantenuto una condotta di guida adeguata in relazione alle condizioni di luogo – e comunque per colpa consistita in inosservanza delle norme sulla disciplina della circolazione stradale".
Hayden non ha rispettato lo stop
Per la Procura, però, l'incidente si è verificato per un concorso di condotte colpose indipendenti che hanno causato l'evento drammatico. Una corresponsabilità data dal fatto che Nicky Hayden si è immesso in bicicletta in un incrocio ad una velocità di 20,6 chilometri orari "omettendo di fermarsi e dare la precedenza nonostante la segnaletica di stop orizzontale e verticale ampiamente visibile" e dall'altra l'automobilista che non rispettando il limite dei 50km/h, previsto in un centro abitato, e procedendo ad una velocità di 72,8km/h si è reso protagonista di una condotta non idonea risultata poi decisiva, come ammesso dal consulente Orlando Omicini, nell'incidente.