Moto3: pagare per correre. Il caso di Ana Carrasco
Li chiamano “piloti con la valigia”. Sono coloro che per cercare spazio e visibilità pagano per correre. Non sono solo i piloti amatoriali che sono costretti loro malgrado a coprire le spese della stagione, ma, più spesso di quanto si possa credere, sono anche piloti che corrono in campionati di tutto rispetto. Non è una novità o un motivo di scandalo, in quanto il fenomeno è radicato nell’ambiente dei motori già da anni, e per fare un esempio eclatante basterebbe citare un certo Niki Lauda che all’inizio degli anni ’70 si pagò il sedile della March. Nell’epoca dei grandi ingaggi per i top-riders le storie di questi piloti rimangono sempre un po’ nell’ombra, e fanno clamore solo quando la notizia diventa pubblica e il pilota in questione si trova nella difficoltà di chiudere la stagione: è questo il caso della giovane pilota Ana Carrasco, impegnata niente meno che nel Campionato Mondiale Moto3.
Quando la valigia pesa – Ana Carrasco nasce diciassette anni fa in Spagna e, dopo la solita gavetta nelle minimoto e nel CEV, il campionato di velocità spagnolo, fa il suo debutto nel 2013 in Moto3, riuscendo non solo a coprire l’intera stagione, ma soprattutto a conquistare punti con il quindicesimo posto in Malesia ed addirittura l’ottavo a Valencia. Una ragazzina niente male, quindi, capace di mettersi alle spalle tanti coetanei con il coltello tra i denti. Ma si sa che nelle corse la meritocrazia non viene premiata più di tanto, e così per continuare nel 2014 Ana trova un accordo per portare in dote al Team RW Racing GP ben 250.000 euro per salire in sella alla Kalex KTM. Una cifra considerevole che doveva essere garantita dagli sponsor in appoggio alla pilota, ed in parte coperta da Dorna, sempre attenta all’esposizione mediatica, che nel caso di Ana è doppia: ovvero una presenza femminile nel circus mondiale e per di più spagnola.
Accordi mancati, scatta la punizione – Gli accordi economici iniziano a saltare già dal GP di Argentina, terza tappa del Mondiale, ed in una situazione difficile si arriva all’epilogo durante il GP di San Marino a Misano. Il Team vieta alla Carrasco di salire in sella per le libere del venerdì, ottenendo però il via libera per le qualifiche del sabato. Scattata dal 34esimo e penultimo posto Ana arriverà al traguardo recuperando ben dieci posizioni. La grinta di Ana non si mette in discussione, ma le problematiche restano e vanno risolte.
Ho bisogno di soldi per continuare il Mondiale – Ana Carrasco non nasconde i suoi problemi: "Le persone che dovevano sostenermi mi hanno abbandonato e ora l’unica persona che può risolvere questi problemi sono io. Ho bisogno di soldi per continuare e finire il Mondiale. Se ci sarà la copertura economica sono pronta a continuare, altrimenti mi dovrò fermare e pensare alla prossima stagione. Inoltre la situazione nella squadra è un po’ superficiale. Manca la telemetria e la messa a punto lascia molto a desiderare in alcuni casi".
La situazione è terribile, ma viviamo nel mondo reale – Dall’altro lato le parole del Team Manager Jarno Hansen non fanno altro che ribadire la drammaticità della situazione: "Non è colpa di Ana, ma delle persone e degli sponsor che prima promettono e poi non pagano. E questo significa che lei non ha i soldi per onorare il contratto. La situazione è terribile, ma purtroppo viviamo nel mondo reale e questo mondo funziona così".