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MotoGp 2016, le 10 cose da non perdere di vista nella nuova stagione

Dal primo faccia a faccia tra Rossi e Marquez, ai grandi cambiamenti tecnici, passando per le concessioni perse dalla Ducati ai nuovi nomi che potrebbero inserirsi nelle zone importanti della classifica. Fino al mercato piloti con tutti e quattro i top rider in scadenza. Ecco cosa tenere d’occhio nella stagione ormai alle porte.
A cura di Valeria Aiello
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Ancora poche ore e la MotoGp scenderà in pista per una nuova spettacolare stagione. I test precampionato hanno lasciato più dubbi che certezze nei piloti e l’introduzione di due grandi cambiamenti tecnici come quello dell’arrivo della Michelin in qualità di fornitore unico e l’introduzione dell’elettronica unificata per tutti i piloti, potrebbero minare equilibri consolidati nell’ultimo triennio, con solo i fantastici quattro a calcare il gradino più alto del podio. Nuove forze come la Suzuki e una ritrovata Ducati, da questa stagione forte anche dei consigli di un tester d’eccezione come Casey Stoner (per cui non si può certo escludere la possibile wild card in Australia, suo Gp di casa) potrebbero cambiare il volto di un mondiale che i due più grandi costruttori di moto al mondo dominano da un lustro. Potrebbe essere l’anno giusto anche per l’Aprilia che quest’anno schiera una moto completamente nuova, prima vera MotoGp della casa di Noale, in linea con la tradizione dell’azienda veneta, con telaio perimetrale in alluminio e motore a 4 cilindri a V stretta, differente da quello a 90° di Honda e Yamaha, ma comunque in linea con le avversarie dal punto di vista delle soluzioni elettroniche, a partire dal seamless sia in inserimento di marcia che in staccata.

1. Faccia a faccia Rossi-Marquez

Le due tigri della Malesia non si erano più incontrate in conferenza stampa dal fattaccio di Sepang. L’ultima volta che i due si erano seduti fianco a fianco era stato alla vigilia del weekend in Malesia, quando il Dottore aveva puntato il dito contro lo spagnolo, tacciandolo di remargli contro nella corsa al mondiale, favorendo il connazionale Lorenzo anche se pilota Yamaha e avversario del team Honda. Dalle accuse verbali si passò allo scontro diretto in gara, alle entrate troppo vigorose di Marquez, alla risposta fin troppo eccessiva di Valentino Rossi. Marquez era caduto mentre il Dottore sanzionato per la manovra con 3 punti che portarono a 4 il suo carnet, con la conseguente penalizzazione con l’ultima casella sullo schieramento di partenza del round successivo. A Valencia, due settimane più tardi, la Dorna decise di annullare la conferenza stampa della vigilia, e così Rossi e Marquez non si erano più incontrati, dal momento che il pesarese, chiudendo quarto alla bandiera a scacchi, non era tra i primi tre piloti della conferenza del dopo gara. Mercoledì prossimo in Qatar, a quasi cinque mesi dall’ultimo faccia a faccia, i due torneranno a sedere uno a fianco all’altro, in occasione della prima conferenza stampa della nuova stagione. E anche se i due, si presume, debbano semplicemente ignorarsi a vicenda, potrebbe bastare anche solo un solo cenno a una stretta di mano da parte dello spagnolo a riaccendere un fuoco che cova sotto la cenere dello scorso mondiale.

2. I due grandi cambiamenti tecnici

L’arrivo della Michelin come fornitore unico al posto della Bridgestone e l’introduzione del software unificato per la gestione del motore, potrebbero portare alla rottura di alcuni equilibri consolidati negli ultimi anni, con i soliti Lorenzo, Rossi, Marquez e Pedrosa che da tre stagioni a questa parte sono stati i soli a vincere un GP mentre negli ultimi cinque mondiali, ad aggiungersi ai quattro top rider, erano solo Casey Stoner in sella alla Honda nel 2011 e 2012 e Ben Spies, vincitore del GP d’Olanda del 2011. Ciò significa anche che nell’ultimo quinquennio, la vittoria non è mai stata colta da un pilota che non fosse in sella a una Honda oppure una Yamaha ufficiale, dal momento che l’ultima vittoria di un pilota su una moto diversa resta ancora quella targata Casey Stoner in sella alla Ducati al Gp d’Australia del 2010. I due cambiamenti tecnici introdotti a partire dal 2016 potrebbero spezzare il dominio dei due più grandi costruttori al mondo e magari riportare nel club dei vincenti uno degli alfieri Ducati nell’anno del 90esimo anniversario della fondazione della factoy di Borgo Panigale.

3. Ducati senza concessioni, solo per Suzuki e Aprilia

Dal 2016 la Ducati non disporrà più delle concessioni riservate ai team in difficoltà. Le modifiche al tanto discusso regolamento tecnico discusse al termine della passata stagione e che entrano in vigore dal 2016 hanno infatti rimosso le precedenti normative sulle moto Factory e Open, e a partire dal Gp del Qatar la classe MotoGP sarà unica per tutti i team iscritti al mondiale. Modificate anche le concessioni, per le quali già a partire dal 2015 è stato introdotto un sistema a punti di concessione: al raggiungimento di 6 punti (1 punto per il 3° posto, 2 per il 2° e 3 per il 1° indipendentemente dalle condizioni di asciutto o bagnato) perde tutte le concessioni a partire dalla stagione successiva e nell’immediato la possibilità di test illimitati. In virtù dei podi conquistati da Iannone e Dovizioso nel 2015, la Ducati ha superato abbondantemente i 6 punti (complessivamente 12 i punti concessione raggiunti dalla Ducati, con 4 piazzamenti al secondo posto e 4 al terzo posto nel 2015) e dovrà sottostare alle stesse limitazioni di Yamaha e Honda. Solo Suzuki e Aprilia continueranno a godere delle concessioni, che oltre alla possibilità di test illimitati durante l’anno (gli altri costruttori non possono superare i 5 giorni per ciascun team), prevedono la possibilità di utilizzare 9 motori in una stagione con sviluppo libero, mentre Ducati, Honda e Yamaha disporranno di 7 propulsori congelati nello sviluppo. Eliminate anche le diverse limitazioni sulla quantità di carburante in gara, fissato in 22 litri a disposizione per tutti i piloti.

4. Sistema a punti e penalizzazioni

Dopo il fiume di polemiche per il caso di Valentino Rossi per i 3 punti di penalizzazione inflitti al pesarese per la manovra ai danni di Marc Marquez a Sepang che aveva fatto scattare la sanzione intermedia prevista al raggiungimento dei 4 punti nel carnet in virtù del punto già inflitto al Dottore durante le qualifiche di Misano, la Gp Commission ha cancellato le penalizzazioni intermedie al raggiungimento dei 4 e 7 punti di penalità sulla licenza. Dal 2016 le relative sanzioni intermedie – partenza dal fondo dello schieramento e partenza dalla pit lane – non scatteranno più. Dal 2016 il sistema a punti riguarderà solo la squalifica per il Gp successivo al raggiungimento di 10 o più punti di penalità che verranno così cancellati dalla licenza. I punti inflitti, invece, continueranno ad essere validi per 365 giorni.

5. Direzione Gara, stewart e bavaglio per i piloti

Nella corsa ai ripari, la GP Commission ha inoltre istituito un nuovo Panel di stewart che affiancherà la Direzione Gara da questa stagione e che sarà responsabile delle decisioni in merito alle violazioni al regolamento non considerate elementi di fatto. Il nuovo organismo sarà formato da tre commissari sportivi e prenderà le decisioni sanzionatorie sul comportamento dei piloti nei casi che richiedono un’ulteriore analisi delle azioni, comprese eventuali circostanze di guida pericolosa. Uno dei tre membri sarà il direttore di gara, Mike Webb, mentre gli altri due stewart saranno nominati dalla Fim. Resta invece invariata la composizione della Direzione Gara con i tre membri Mike Webb, Franco Uncini Javier Alonso, ma le competenze riguarderanno l’applicazione delle sanzioni limitatamente alle penalizzazioni per infrazioni come eccesso di velocità in pit lane, sorpasso in regime di bandiera gialla e partenza anticipata. Dal 2016, inoltre, scatta il bavaglio per i piloti in merito alle dichiarazioni pubbliche e i comunicati stampa che possono essere considerati come “irresponsabili e dannosi per il campionato”. Il regolamento non vieta le espressioni di “legittimo disaccordo” nei riguardi di politiche di gestione e organizzazione della MotoGP.

6. Viñales, sorpresa d’inverno

In un mondiale all’insegna dei cambiamenti tecnici, piloti e team aspettano i primi riscontri in pista per trovare una risposta alle diverse condizioni provate nei test e che hanno lasciato più dubbi che certezze sulla reale competitività. Ma una cosa è certa: tra i protagonisti della stagione di test invernali la vera sorpresa è stato Maverick Viñales, uno dei più grandi talenti della nuova generazione, costantemente protagonista dei tre turni di test, pronto a sfruttare la maggiore competitività della Suzuki, migliorata specie in prestazioni. Mandato in confusione totale il suo compagno di squadra, Aleix Espargaro, l’iridato della Moto2 e rookie of the year della scorsa stagione, si è avvicinato agli avversari dopo un 2015 segnato dalla mancanza di potenza del prototipo della casa di Hamamatsu. Più veloce di tutti a Phillip Island e terzo negli ultimi test in Qatar, Maverick può puntare in alto già nella prima gara.

7. Rabat, il solo rookie del mondiale

Esteve “Tito” Rabat, il solo rookie della nuova stagione MotoGP, ha alle spalle una carriera fatta di perseveranza e di duro lavoro che gli hanno permesso di far fronte a un talento non troppo cristallino. Il catalano ha impiegato nove stagioni prima di conquistare la sua prima vittoria in un GP, e un decennio tondo per conquistare il suo primo titolo, arrivato nel 2014 in Moto2. Lo scorso hanno però aveva fallito la difesa dello scettro iridato, ceduto al francese Johann Zarco, chiudendo terzo nel mondiale. Ora però ha completato la scalata ed è pronto alla nuova sfida in top class dove, è in sella a una Honda factory schierata dal team Estrella Galicia 0,0 Marc Vds, affianca il compagno di squadra Jack Miller.

8. Honda in affanno

Marquez e Pedrosa non ne hanno fatto mistero: il duo Honda non è soddisfatto dei test invernali. Le loro prestazioni non sono state in linea con quelle dei diretti avversari e, nel caso del Cabroncito, erano arrivate solo dopo che lo spagnolo aveva fatto ribaltare la sua moto, rimasta chiusa per tre ore al box nell’ultimo giorno di test, alla ricerca di una quadra su una RCV 2016 che, a suo dir,e non riesce a fare le sue traiettorie. L’intervento radicale fatto dai tecnici gli ha permesso di chiudere con il quarto tempo l’ultima sessione di test mentre Pedrosa ha lasciato il Qatar con il decimo riferimento a oltre 1 secondo dal crono di Jorge Lorenzo. A questo punto bisognerà capire se i tecnici riusciranno a risolvere i guai di una moto che negli ultimi anni ha fatto sempre più affidamento alla sua gestione elettronica ma che da quest’anno è stata soppiantata dal software unificato.

9. La nuova sfida Rossi-Lorenzo e Marquez

Uno dei nodi principali che dovranno essere sciolti nella nuova stagione è quello relativo al campione del mondo in carica e i suoi diretti avversarsi nella sua difesa al iridato, conquistato per appena 5 punti su Valentino Rossi all’ultima gara, a Valencia, dopo aver rincorso per l’intera stagione il Dottore stabilmente al comando della classifica fin dal primo round. A minare la performance del maiorchino erano stati problemi di diversa natura, a partire da quelli accusati con i suo vecchio casco che a partire dal Qatar così come a Silvrstone, gli aveva dato non pochi problemi, passando per lo zero di Misano per la caduta in gara dopo un errore di valutazione nello spingere al primo giro lanciato dopo il secondo cambio gomme in una gara iniziata con l’asciutto, poi bagnata, e poi ancora asciutto, lo aveva fatto sprofondare a -23 dal pesarese, proiettandolo in un’impresa quasi impossibile. Poi l’Australia e le accuse di Valentino contro Marquez alla vigilia della gara di Sepang per i favoritismi dello spagnolo nella ricorsa del connazionale al titolo iridato. Poi il patatrac in gara, la penalizzazione del Dottore e quell’ultima casella all’ultimo round da cui provare una rimonta mai riuscita a nessun pilota nella storia di questo sport. Se ne parlerà per anni, per provare a comprendere se davvero Marquez abbia rinunciato a ad attaccare il maiorchino, preferendo coprirgli le spalle, o se non aveva abbastanza gomme per sferzare l’assalto finale. Sospetti da cui riparte nella nuova stagione, quella che, a detta del Dottore, vedrà una sfida “più genuina” dal momento che ognuno di loro potrà far vedere quello che pensa in una rivalità in cui nulla sarà come prima.

10. Mercato piloti

Con tutti i contratti dei top rider in scadenza, le battute iniziali del mondiale saranno determinanti nella corsa al mercato piloti. Nessuno ancora si è ufficialmente sbilanciato, a parte Valentino Rossi, il cui legame ormai inscindibile con la Yamaha e rafforzato dal nuovo accordo tra la casa dei Tre Diapason e la VR46 Academy del pesarese, potrebbe essere sbrogliato dalla decisione del pesarese di non continuare per un altro biennio qualora dalle primissime gare non arriveranno prestazioni di alto livello. D’altra parta, Jorge Lorenzo potrebbe decidere di non chiudere la sua carriera in Yamaha e di mettere fine alla convivenza con il Dottore, accettando l’offerta Ducati. Non scontato il rinnovo di Marc Marquez con la Honda, dopo i tanti errori della passata stagione a fronte di una grande velocità (8 le pole centrate dal 23enne di Cervera nel 2015) ma che non è stata sufficiente a bilanciare la sua voglia di non arrendersi mai, neppure davanti ai limiti della sua moto. Qualche dubbio in meno invece sulla permanenza Dani Pedrosa che, pur sempre potenzialmente in grado di centrare l’alloro iridato, per svariati motivi non è ancora riuscito a concretizzare. Nella passata stagione il veterano di Sabadell era tornato grande protagonista nelle ultime gare, chiudendo quarto il mondiale nonostante le quattro gare saltate per risolvere il problema di sindrome compartimentale che lo attanagliava da tempo. La sua tenacia, unita a quella capacità di assecondare i grandi talenti che ha affiancato nelle passate stagioni, lo proiettano verso un indubbio rinnovo. Stella del mercato Maverick Viñales, sicuro di sé e con una gran velocità che la Suzuki proverà in ogni modo a non farsi strappare.

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