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MotoGP, 5 cose da ricordare della stagione 2017

Dalla vittoria di Vinales al debutto con la Yamaha a quelle di Dovizioso al Mugello e nel corpo a corpo contro Marquez fino all’incredibile salvataggio dello spagnolo a Valencia che gli ha consegnato il titolo iridato: i cinque momenti più emozionanti dell’ultimo mondiale.
A cura di Valeria Aiello
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Andrea Dovizioso e Marc Marquez in lotta durante il GP d'Austria/ Getty Images
Andrea Dovizioso e Marc Marquez in lotta durante il GP d'Austria/ Getty Images

La finalissima al Ricardo Tormo di Valencia ha assegnato il mondiale MotoGP 2017 dopo un viaggio lungo nove mesi tra emozioni, brividi e speranze che si sono mischiate le une alle altre, tenendo tutti con il fiato in gola. Una stagione tra le più imprevedibili di tutti i tempi che ha dato ragione a Marc Marquez, campione del mondo 2017 e decimo pilota della storia a conquistare almeno 6 titoli in carriera, il quarto in cinque anni di MotoGP, nonché il più giovane di sempre a riuscirci con i suoi 24 anni e 268 giorni. Ma classe e velocità che rendono lo spagnolo uno dei massimi interpreti della classe regina hanno dovuto fare i conti con mentalità e determinazione di vecchi e nuovi avversari, in un’alternanza di colpi di scena che ha fatto versare fiumi di adrenalina. Ed ora che il sipario è ormai calato, ecco cosa ricordare dei 18 Gp del mondiale 2017.

La vittoria di Vinales al debutto con la Yamaha

Inizio da ‘Top Gun’ per Maverick Vinales che dopo aver impressionato in sella alla Suzuki nei due anni precedenti, ha iniziato la sua storia con la Yamaha come meglio non si sarebbe potuto immaginare. A proprio agio in sella alla M1 fin dai test invernali, il catalano non ha mancato il suo appuntamento con la storia, centrato la vittoria nella gara di esordio in Qatar. Impresa riuscita per il 22enne di Figueres che entra così di diritto nella storia della MotoGp moderna per aver vinto un GP con la moto di un secondo costruttore, dopo Valentino Rossi, Max Biaggi, Casey Stoner e Andrea Dovizioso.

Dovi super, batte Marquez nel corpo a corpo

Stagione strepitosa quella di Andrea Dovizioso, la sua migliore in assoluto in MotoGP, scandita da 6 vittorie (Mugello, Barcellona, Red Bull Ring, Silverstone Motegi e Sepang) e altri 2 podi (2° in Qatar e 3° a Misano). Un’annata in cui DesmoDovi ha raggiunto Loris Capirossi al secondo posto nella classifica dei piloti che hanno vinto più gare con la Ducati, a quota sette successi dietro solo a Casey Stoner a 23 vittorie con la Rossa. Un “campionato esagerato” come lo ha definito lo stesso Dovizioso, contro un Marquez battuto nel corpo a corpo in Austria e in Giappone, tra sportellate e battaglie all’ultima curva in un clima di grande rispetto una volta levato il casco. La perla più significativa è però la vittoria al Mugello, la prima per il forlivese sul circuito di casa, secondo storico successo per la Ducati sull’autodromo toscano dopo quello di Stoner nel 2009, con cui DesmoSovi ha sfatato il tabù della vittoria di un pilota italiano in sella a una moto italiana nel Gran Premio d’Italia che resisteva dal 1974, quando a Imola Gianfranco Bonera tagliava per primo il traguardo in sella a una MV Agusta.

L’exploit di Zarco

Sbarcato quest’anno in MotoGp con due titoli di campione del mondo Moto2, Johann Zarcoè stato a dir poco la rivelazione della classe regina. Dal debutto in Qatar, dove ha sorpreso tutti portandosi subito al comando della corsa e restandoci per 6 giri – record assoluto per un esordiente in top class – il francese ha continuato a macinare gare eccellenti in sella alla sua Yamaha Tech3. La sua prestazione è ancora più impressionante quando si guarda ai risultati raccolti in questa stagione: tre podi (Le Mans, Sepang e Valencia) due pole (Assen e Motegi), il sesto posto assoluto in campionato ma soprattutto il titolo di Rookie of the Year e miglior pilota satellite del 2017.

La vittoria di Rossi ad Assen

Un solo successo in questa stagione ma ricco di significati per Valentino Rossi che in Olanda ha ritrovato il gradino più alto del podio, alzando ulteriormente l’asticella dei primati. 115 trionfo in carriera, il decimo sul circuito olandese per il campione di Tavullia che allunga a 20 anni e 311 giorni il lasso di tempo record trascorso dalla prima alla sua ultima vittoria, diventando nello stesso tempo il più vecchio pilota della MotoGp ad aver vinto un Gp e anche l’italiano più vecchio vincitore di una gara della classe regina. Nella classifica assoluta 500/MotoGP il Dottore adesso è 7°, dietro Frantisek Stastny, ma nel 2018 potrà puntare direttamente al podio. Ancora fuori portata, invece, i vecchi campioni della 500 con Fergurson Andreson, in vetta a questa speciale classifica dal Gp di Spagna del 1953 con i suoi 44 anni e 237 giorni.

Il salvataggio di Marquez che vale un mondiale

Se è vero quello che dice Marquez, cioè che i tifosi ricordano chi vince il titolo e non i GP, è anche vero che ancora per parecchi anni tutti parleranno dell’ennesimo salvataggio acrobatico dello spagnolo nella finale di Valencia. Ginocchio e gomito a tirare su una Honda ormai persa, in una manovra che in un attimo ha trasformato quello che per lo spagnolo poteva essere un possibile dramma agonistico in una domenica di gloria. Certamente il momento top della stagione, con Marquez capace di rialzarsi, uscire indenne dalla ghiaia e ritornare in pista. Un colpo da vero fuoriclasse che non rinuncia al suo Marquez’ style e si salva con una magia, mettendo il suo sigillo sul sesto titolo iridato.

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