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MotoGP, ad Austin Marquez non si batte, Rossi si difende e Dovi a torna leader

Il campione in carica della Honda fa gara a sé e toglie ogni speranza agli inseguitori. Contiene i danni il Dottore quarto davanti al forlivese che con la Ducati paga troppo ma ritrova la vetta iridata.
A cura di Valeria Aiello
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Sei, proprio come i titoli mondiali conquistati in carriera. Ad Austin Marquez non si batte e la sua superiorità toglie ogni speranza ai rivali. Un dominio assoluto ampiamente previsto ma che quest’anno, alla sesta vittoria di fila in sei edizioni del Gp delle Americhe disputate fino ad oggi ad Austin, è parso ancora più evidente grazie a una RC213V probabilmente ancora più competitiva di quanto visto negli anni passati, almeno a inizio stagione. Un binomio che ad Austin si conferma incontenibile, con Marquez che dopo tutto quello che è successo due settimane fa in Argentina e anche la tirata di orecchie arrivata ieri in qualifica, evita duelli insidiosi per andare in fuga e dimostrarsi nettamente più veloce di chiunque altro.

Selfie sul podio per Maquez, VInales e Iannone / MotoGp.com
Selfie sul podio per Maquez, VInales e Iannone / MotoGp.com

Primo degli umani è Maverick Vinales decisamente più motivato e in palla rispetto alle due gare precedenti. Segnale che sia lui che la Yamaha sono in crescita pur non avendo mai avuto al possibilità di controbattere nel feudo dello spagnolo. Manca ancora quello step di elettronica, invocato dal Top Gun già lo scorso anno e in questa stagione chiesto a gran voce anche da Valentino Rossi. Ad ogni modo, la piazza d’onore è un grande risultato per Vinales, così come lo è il primo podio con la Suzuki di Andrea Iannone, il solo ad essere riuscito a inizio gara a mettere per qualche chilometro le ruote davanti allo spagnolo.

Contiene i danni Valentino Rossi, quarto alla bandiera a scacchi ma mai veramente nel vivo della gara. Risultato di costanza per il pesarese che reduce dallo zero in Argentina fa un passo avanti in classifica piloti (29 punti), accontentandosi dei punti iridati. Lunghezze preziose anche per Andrea Dovizioso su una pista dove nel weekend sembrava in grande difficoltà. Il forlivese della Ducati non si è mai perso d’animo, lavorando duro con il team per un quinto posto che lo riporta in vetta al mondiale (46 punti), anche se di un solo punto su Marc Marquez (45 punti). Bene, ma non benissimo per DesmoDovi, con il merito di aver fatto la differenza, soprattutto se si confronta la sua gara con quella di Lorenzo, che ha chiuso 11esimo con un ritardo di 18 secondi dal compagno di squadra. Per Dovi tornare in Europa con la leadership è certamente un obiettivo raggiunto ma per puntare al campionato bisognerà ricominciare a fare i conti con il Marcziano Marquez ben ancorato al treno mondiale.

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