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MotoGP al giro di boa: Vinales alla ricerca di continuità per il primo titolo tra i grandi

Bilancio di metà stagione per il pilota catalano al primo anno in Yamaha: può centrare il titolo di campione del mondo ma deve trovare la continuità di risultati limitando al minimo gli errori in pista. Con i suoi tre successi nel 2017 è il pilota che ne ha ottenuti di più ma non sale sul podio da tre gare. Dopo il grandissimo inizio con intoppo ad Austin adesso sta attraversando il suo peggior momento in stagione ma nonostante ciò è secondo in classifica a soli 5 punti dal leader Marquez.
A cura di Michele Mazzeo
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Dopo la gara del Sachsenring, nono appuntamento stagionale, la MotoGP è andata in vacanza lasciandosi alle spalle la metà delle diciotto prove in programma per questo Mondiale 2017. Per i protagonisti della classe regina è dunque tempo di primi bilanci, di tirare le somme di quel che è stato in questa prima parte di stagione, e programmare invece cosa sarà delle nove corse che, riposti i costumi da bagno, li attenderanno dal 6 agosto quando il circus sarà di scena a Brno per il GP della Repubblica Ceca. È tempo di un primo bilancio anche per Maverick Vinales che, al suo primo anno in Yamaha con la pesante eredità lasciata da Jorge Lorenzo passato alla Ducati, è sicuramente una delle più belle sorprese della stagione.

Un inizio da dominatore

Un 2017 cominciato proprio nel nome di Maverick Vinales, arrivato in Yamaha per sostituire Jorge Lorenzo passato alla Ducati che dopo le ottime performance nei test prestagionali mette subito in chiaro che quest’anno non ha nessuna intenzione di fare da semplice comparsa, ma vuole essere il protagonista assoluto. E così sia in Qatar che in Argentina va in scena l’assolo del 22enne di Figueres che centra il back-to-back.  A Losail bene anche gli italiani Andrea Dovizioso e Valentino Rossi, rispettivamente secondo e terzo, che riescono a tenere dietro le due Honda, quella del campione del mondo in carica Marc Marquez e quella del compagno di scuderia Dani Pedrosa. A Termas de Rio Hondo invece è doppietta Yamaha con il Dottore che però si deve accontentare ancora una volta di stare alle spalle di Vinales.Le Ducati e le Honda ufficiali si eliminano una ad una e così sul terzo gradino del podio ci finisce il britannico Cal Crutchlow, che precede Alvaro Bautista e soprattutto i due alfieri della Yamaha Tech 3, Johann Zarco (che già all’esordio aveva stupito tutti prima di cadere) e Jonas Folger, che impressionano con le M1 del 2016 candidandosi al titolo di sorpresa dell’anno.

Il primo passo falso

Ad Austin però il numero 25 dimostra di non essere ancora quel “cannibale” in grado di azzannare il campionato e così la sua gara finisce nella ghiaia dopo pochi giri mentre Marc Marquez vince davanti al suo compagno di scuderia Valentino Rossi che soffia a Maverick il primato provvisorio della graduatoria iridata. Il ritorno in Europa della MotoGP, di scena a Jerez, non è felicissimo per il catalano della Yamaha che paga il poco grip della pista andalusa finendo in sesta posizione, mentre le Honda piazzano la prima doppietta dell’anno.

La rinascita

Ma è a Le Mans che il 22enne ex Suzuki torna grande.  Il catalano infatti prima lascia sfogare il “padrone di casa” Zarco per poi riprendersi la testa della corsa dopo qualche giro, mentre Valentino resiste agli attacchi di Marquez, e poi va a prendere il transalpino della Tech 3 salutandolo dopo qualche curva, e infine si riporta sotto gli scarichi del compagno di squadra mettendo la freccia dopo qualche giro senza però riuscire ad allungare. Da lì ne nasce un grande duello con Maverick che nel penultimo giro riesce a riprendersi la testa della corsa. Rossi è lì per vincere e non si accontenta e a due curve dal traguardo succede l’imponderabile: il 46 giallo spinge a manetta per riprendersi il primo posto e invece finisce per terra spianando la strada a Vinales e regalando a Zarco un insperato secondo gradino del podio nel GP di casa. Al Mugello dove, per l’ennesima volta in questa stagione, tutte le previsioni e le analisi vengono sovvertite dalla pista, a farla da padrone sono le Ducati e gli italiani. Ma nonostante ciò il catalano si arrende solo ad un imprendibile Andrea Dovizioso piazzandosi sul secondo gradino del podio davanti ad uno straordinario Danilo Petrucci.

Una nuova fase nera con leggera schiarita sul finale

Il peggio sembra passato dunque, ma nel GP di casa, in Catalogna, il centauro di Figueres, a causa dei soliti problemi di aderenza dei suoi pneumatici con circuiti come quello del Montmelò e anche di qualche insolito errore, finisce solo 10°, mentre Dovizioso concede il bis a distanza di sette giorni. E ancora peggio va ad Assen dove deve assistere dal paddock al successo del compagno di team, Valentino Rossi, in quanto finito a terra per un problema alla ruota anteriore, momento nel cui ha rischiato anche di essere travolto dalla Ducati del Dovi, abilissimo invece ad evitarlo. Al Sachsenring, su una pista non granché congeniale alla sua M1 si mette sulla difensiva, limitando i danni e chiudendo quarto lontanissimo da Marquez, Folger e Pedrosa che saliranno sul podio. Nonostante questo suo rendimento altalenante Maverick rimane comunque uno dei principali favoriti per la conquista del titolo iridato e dopo 9 gare si trova in seconda posizione alle spalle del Cabronçito distanziato solo di 5 punti. Se dal 6 agosto in poi dovesse trovare anche la continuità l’alloro al suo primo anno in Yamaha sarebbe più che una possibilità.

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