MotoGp, Alex Criville nella Hall of Fame: “Dopo il titolo del ’99 ho capito di essere nella leggenda”

La Hall of Fame del Motomondiale si arricchisce oggi di un nuovo campione, Alex Criville, iridato nel 1989 in classe 125cc e nel 1999 in classe 500cc, il primo spagnolo a rompere il dominio anglosassone, pioniere dei futuri successi dei piloti spagnoli nella massima categoria. Nato a Seva, in Spagna, il 4 marzo del 1970, Criville esordì nel mondiale nel 1986 come wild card in classe 80cc. L’anno successivo disputò la prima stagione completa, dividendo il suo impegno agonistico in 80cc e 125cc, sempre in sella alla Derbi. Nel 1989, passato alla JJ Cobas, vinse il mondiale della classe 125cc con cinque vittorie, quattro podi e un bottino di 166 punti. Il debutto nella massima categoria nel 1992, in sella alla Honda NSR 500 schierata dal team di Sito Pons. In quell’anno colse la prima vittoria in classe 500cc, ad Assen, Gp d’Olanda, diventando il primo pilota spagnolo a salire sul gradino più alto del podio della massima categoria. Compagno di squadra di Mick Doohan nel 1994 nel team ufficiale, chiuse da vice campione del mondo la stagione del 1996, terzo in classifica nel 1998, vincendo il titolo della massima categoria nel 1999, anno in cui Doohan fu costretto al ritiro in seguito all’incidente di Jerez. Il suo ritiro dall’attività agonistica arrivava nel 2001, per una grave forma di epilessia.
Con Criville salgono a 23 i grandi delle due ruote ad essere insigniti del più alto riconoscimento del mondiale. L’ultimo in ordine cronologico a diventare MotoGP Legend era stato Nicky Hayden, dopo Marco Simoncelli e Casey Stoner. Nella Hall Fame anche Giacomo Agostini, Mick Doohan, Geoff Duke, Wayne Gardner, Mike Hailwood, Daijiro Kato, Eddie Lawson, Anton Mang, Angel Nieto, Wayne Rainey, Phil Read, Jim Redman, Kenny Roberts, Jarno Saarinen, Kevin Schwantz, Barry Sheene, Freddie Spencer, John Surtees e Carlo Ubbiali.
L’andare in moto per è me stato sempre un divertimento – ha dichiarato Criville – Essere un pilota non era un mio sogno, perché ero molto giovane. Fu mio fratello a dirmi ‘Hai la possibilità di diventare un pilota. Forse in futuro lo sarai’
Credo che uno dei momenti più belli della mia carriera sia stato quando sono tornato a casa, nel mio paese, dopo la vittoria del mondiale e c’erano migliaia e migliaia di persone in piazza a festeggiare il mio titolo. In quel momento ho sentito di essere nella leggenda”.